(ANSA) - ROMA, 17 LUG - Farina, acqua, sale, strutto o olio
d'oliva e nasce la Piadina Romagnola diventata il simbolo
culturale di una terra. Lo sanno bene i tedeschi e gli austriaci
a cui va il 70% dell'export della produzione certificata. Ed è
proprio da questo dato che nasce l'idea messa a punto dal
Consorzio di tutela di utilizzare la Piadina Romagnola come
volano per il turismo teutonico. Ad oltrepassare le frontiere
ogni anno, infatti, sono 82 mila chili di piadina, di cui 45.649
kg destinato al mercato tedesco e 37.087 in quello austriaco.
"Il consumatore tedesco ama la Piadina Romagnola tanto da
essere il primo nostro mercato in fatto di export - spiega il
presidente del Consorzio, Alfio Biagini - è il prodotto simbolo
della nostra terra, il 'cibo di strada' che, grazie al suo
prezzo contenuto e alla varietà di abbinamenti, rappresenta un
fenomeno di costume che cattura gli amanti della buona tavola.
Ben vengano i turisti tedeschi nelle nostre spiagge e
nell'entroterra, noi li accoglieremo con una buona piadina
romagnola". E se la piadina sfonda nel mercato tedesco, piace
sempre di più anche agli italiani: secondo i dati Iri-Nielsen
negli ultimi due anni ha registrato una crescita in volume del
3%. Per potersi fregiare dell'Igp la Piadina deve essere
confezionata nelle sole zone di produzione stabilite dal
disciplinare e certificata da un ente preposto. Due sono le
tipologie ammesse, quella con un diametro minore (15-25 cm) ma
più spessa (4-8 mm) e l'altra alla 'Riminese' con un diametro
maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm). (ANSA).