(ANSA) - BOLOGNA, 19 FEB - Il mal di schiena è la patologia
umana più frequente dopo il raffreddore e spesso è dovuta al
lavoro: interessa una vasta fascia della popolazione adulta
(60-80% dei soggetti sopra i 50 anni e la quasi totalità di
quelli sopra i 60) e molti lavoratori. Tra questi, la fascia di
età più coinvolta è quella tra i 45 e i 59 anni, con picco per i
lavoratori tra i 55 e i 59. Di 'Lombosciatalgie. Aspetti
clinici-strumentali. Trattamento conservativo e chirurgico.
Considerazioni medico-legali' si parlerà il 24 febbraio a
Bologna (ore 8.30, via Emilia Ponente 62/2A) in un convegno
organizzato da Medinforma, in collaborazione con Simg-Società
Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie e il
patrocinio dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.
Il corso, coordinato dall'ortopedico Lucio Catamo e dai
responsabili dell'evento, il neurochirurgo Josip Buric e
l'ortopedico Roberto Urso, è rivolto a medici di Medicina
Generale, Fisiatri, Neurochirurghi, Neurologi, Medici Legali,
Ortopedici, Fisioterapisti, Medici dello Sport e del Lavoro.
Relatori saranno medici legali, neurochirurghi, ortopedici e
medici di medicina generale (Angelino, Barni, Conti, Violini,
Zocchi, Zunarelli), oltre a Loretta Sermenghi dell'Inail E-R.
Secondo dati Inail del 2013, su 700.000 infortuni 25.760
hanno interessato la colonna lombare, con un danno permanente
riconosciuto in 1.470 casi. Nel 2015 le malattie professionali
denunciate coinvolgono il sistema osteomuscolare in 37.240 casi,
la metà di queste interessano la colonna vertebrale. In
Emilia-Romagna sono state 4.757; nella provincia di Bologna, su
1.621 malattie professionali complessivamente denunciate, 1.213
coinvolgono il sistema osteomuscolare, il 74,9% dei casi. A
livello regionale sono state riconosciute positive 2.582
malattie professionali, per le quali sono stati corrisposti
1.782 indennizzi. Il costo in termini di inabilità temporanea
dal lavoro, accertamenti, cure mediche e riabilitative è
notevole. Il mal di schiena è quindi un problema importante
anche per gli elevati costi sociali derivanti dalla limitazione
funzionale e dalle conseguenti ricadute sul Ssn, sull'attività
produttiva e in particolare sull'Inail. (ANSA).