TEHERAN - Tutto il mondo conosce ormai Hassan Rohani, il religioso dal sorriso rassicurante che ha riportato l'Iran al dialogo e all'accordo sul nucleare. Con lui, considerato un moderato riformista, si è schierato nuovamente il popolo iraniano, eleggendolo per la seconda volta alla presidenza con largo margine. Rohani è nato 68 anni fa a Sorkheh, nella provincia di Semnan. Entrato a 14 anni nel seminario di Semnan, proseguì il percorso nel seminario di Qom, affiancando agli studi religiosi quelli universitari che lo portarono a laurearsi in giurisprudenza a Teheran. Più volte in carcere come oppositore dello Scià, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, andò in esilio raggiungendo Khomeini a Parigi. Il suo percorso politico al rientro in Iran, con la rivoluzione del 1979, lo ha portato a ricoprire vari incarichi. Messo in disparte durante la presidenza di Mahmoud Ahmadinejad, Rohani riuscì nel 2013 nell'impresa di diventare presidente al primo turno, contro ogni previsione della vigilia. In questi anni è riuscito ad aprire il Paese al mondo, costituendo nel contempo una garanzia per il sistema degli ayatollah grazie al suo curriculum che lo pone tra i fondatori della Repubblica islamica. Ritenuto molto vicino a Akbar Hashemi Rafsanjani, vero regista della politica iraniana scomparso nel gennaio scorso del 2017