(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Una rassegna di teatro di ispirazione religiosa, la maggiore in Italia, per contribuire alla rinascita di un territorio messo in ginocchio dal terremoto. E' anche per questa ragione che Ascoli Piceno ospiterà dal 4 all'11 giugno la quinta edizione de I Teatri del Sacro, il festival teatrale che, lasciando per la prima volta la sua precedente ambientazione a Lucca, proporrà in diverse 'location' della città marchigiana 19 spettacoli gratuiti in prima nazionale assoluta, con alcuni fra gli artisti più significativi della scena italiana. "Per noi dei Teatri del Sacro - dice il direttore artistico Fabrizio Fiaschini presentando la manifestazione a Roma - essere ad Ascoli Piceno significa mostrare che il teatro non è solo arte e cultura, ma anche ricucitura di relazioni e sentimenti. Oltre che ricostruire, altrettanto importante è ridare vita e speranza alle relazioni umane. E Ascoli, accogliendo il nostro festival, si è rivelata una città con una grande capacità di intuire le potenzialità del teatro come strumento per riaprire e riallacciare relazioni". Per Fiaschini, "le Marche e Ascoli Piceno sono un luogo propositivo per il futuro di un territorio così duramente colpito dal sisma: per quanto ci riguarda, si tratta di mettere in gioco un'arte della cura, un vero 'prendersi cura', perché il teatro è arte dei corpi, delle relazioni corporee tra gli attori sulla scena e tra gli attori e gli spettatori". Ad Ascoli, in luoghi come lo storico Teatro Ventidio Basso, il Chiostro Maggiore di San Francesco, la Sala Cola d'Amatrice, San Pietro in Castello e l'ex chiesa Sant'Andrea, convergeranno quindi nomi anche molto noti del teatro italiano, come Maurizio Donadoni (metterà in scena il Secretum di Petrarca), e altre numerose compagnie da tutta Italia con rappresentazioni su temi che vanno dal rapporto tra il visibile e l'invisibile, la manifestazione della trascendenza, simboli tradizionali come gli angeli (si rappresenterà l'Angelo di Garcia Marquez), la grazia e il miracolo come riscatto alla sofferenza (in programma anche il Giobbe di Roth), le "piccole risurrezioni" dalle situazioni di dolore, il 'corto circuito' tra amore e sessualità. In calendario anche un lavoro su Lutero a 500 anni dalla Riforma, mentre una giornata, 'Fedi in gioco', è dedicata a un progetto di dialogo con detenuti musulmani sul tema della Costituzione. "Ascoli è una città ricca, impastata di cultura, con eccellenze in vari campi - sottolinea il vescovo mons. Giovanni D'Ercole -. Quando mi è stata ventilata la proposta di ospitare la rassegna l'ho colta al volo: è una possibilità per la città di essere provocata a una nuova stagione culturale. In questo si è inserito il terremoto, che ha cambiato faccia alla città, con le chiese crollate, i 7.000 sfollati, una città che ora soffre di solitudine e abbandono. Sia quindi questo un richiamo per tanti a riscoprire la città e un incoraggiamento a non perdere la speranza". Secondo monsignor D'Ercole, "c'è un futuro. Questo è un segno di speranza e di solidarietà allo stesso tempo. La ricostruzione, prima che degli edifici, sia una ricostruzione di anime, di cultura, di relazioni sociali". Per mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente del Consiglio episcopale per la Cultura, oltre che nuovo vice presidente Cei per il Sud Italia, "per secoli il teatro e la Chiesa sono stati luoghi distanti, il teatro era quanto di più dissacrante. Oggi invece è possibile esprimersi con libertà, senza steccati. La nostra missione di cattolici ci vede coinvolti: esprimersi in teatro è uno degli aspetti fondamentali dell'uomo, esprimere magari una vita ferita, con voglia di esorcizzare e rafforzare". Arte e cultura, quindi, anche come azione sociale, per la ricostruzione della comunità. (ANSA).