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Cciaa Marche,pandemia ha colpito duro,ma caduta sta frenando

Report congiunturale Camera con Istituto Tagliacarne

(ANSA) - ANCONA, 29 LUG - La pandemia da Covid-19 ha colpito duro l'economia marchigiana, tanto che il primo Rapporto Congiunturale Marche realizzato dalla Camera di Commercio regionale con l'Istituto Tagliacarne è stato definito dall'assessore regionale alle attività Produttive Manuela Bora "un vero bollettino di guerra". Però si vedono, secondo il presidente dell'ente camerale Gino Sabatini "segnali di frenata della caduta". Il report, contenente i principali indicatori economico-statistici riferiti all'impatto dell'emergenza epidemiologica sul tessuto socioeconomico regionale, è frutto dell'elaborazione dell'Osservatorio statistico sull'emergenza creato da Camera di Commercio delle Marche e Regione Marche, lodato dal segretario generale di Unioncamere nazionale Giuseppe Tripoli, è stato presentato oggi in videoconferenza. Il quadro generale è impietoso: crollo delle assunzioni (a luglio 5.850 assunzioni, -41,8% rispetto alle attese formulate nel 2019), flessione delle imprese attive (146.040 a fine giugno , -1,1% , pari 1.682 imprese attive in meno), riduzione del credito. Nelle Marche, la fase 1 dell'emergenza sanitaria (tra il 9 marzo e il 4 maggio) ha visto il 47,5% delle imprese con 3 e più addetti sospendere l'attività. Per il 39,9% la decisione è stata presa a seguito del decreto del Governo, mentre il 7,5% lo ha fatto di propria iniziativa. In regione, sono invece il 23,8% le imprese che sono riuscite a riaprire prima del 4 maggio dopo un'iniziale chiusura: ciò a seguito di ulteriori provvedimenti governativi (8,9%), attraverso una richiesta di deroga (7%) o per decisione volontaria (7,9%). Il 28,7% delle imprese marchigiane è rimasto sempre attiva. Il 75% delle imprese marchigiane ha avuto una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 45,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 26,8% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 2,8% dei casi meno del 10%; nel 6% dei casi il valore del fatturato è invece rimasto stabile. In media il 14% delle imprese dichiara di non avere registrato alcun fatturato. Nelle Marche il fatturato del bimestre marzo-aprile 2020 è aumentato soltanto per il 5,0% delle imprese, di cui l'1,7% per meno del 10% e il 3,3% per oltre il 10%, con conseguente difficoltà di liquidità. Il 72,2% delle imprese marchigiane ha fatto ricorso alla cassa integrazione. Le difficoltà del turismo sono esplicitate dai dati delle indagini Isnart: il 19% degli operatori marchigiani del settore non è attualmente aperto. Un segnale positivo viene però dalle prenotazioni di agosto, basse, ma pari a 46,5%, contro il 34,9% della media italiana.
    Difficoltà anche per l'export: nel periodo gennaio-marzo 2020, le Marche esportano prodotti e servizi per quasi 2,8 miliardi di euro (pari al 2,5% del totale nazionale), in flessione, rispetto al primo trimestre 2019, del 9,5%. In valori assoluti, la perdita regionale è stata pari a circa 290 milioni di euro. "Non mi aspettavo dati diversi. I numeri parlano chiaro: frenata produzione, esportazioni e occupazione. Ma ci sono dei segnali che dobbiamo saper cogliere: rilancio delle infrastrutture anche nel cratere sismico, il Recovery Fund che porterà risorse mai viste nella nostra regione. A tutto ciò, il Governo deve mettere mano velocemente alle riforme strutturali: fisco, lavoro, giustizia, sostegno al credito e sburocratizzazione degli Enti.
    Da parte nostra, voglio ricordare il protocollo d'intesa per collaborare su ambiti strategici per lo sviluppo economico del territorio e delle imprese, da ciò ne sono derivati oltre 4 milioni di euro a favore di internazionalizzazione e digitalizzazione, e oltre 20 milioni a supporto del credito" il commento di Sabatini. "Le Marche, per le caratteristiche produttive, hanno pagato un prezzo molto alto in termini di chiusure forzate delle imprese causa lockdown, il 53,3%, dato molto più elevato di circa 10 punti rispetto alla media nazionale - ha rilevato l'assessore Bora -. Non siamo stati a guardare, anzi, abbiamo agito attraverso la stipula di tanti protocolli per dare sostegno a diversi settori economici; istituito un fondo per sostenere la liquidità delle Pmi; risposta più efficiente rispetto a molte altre regioni in merito alla cassa integrazione in deroga; la piattaforma 210, un aiuto semplice e diretto già ricevuto da 20mila imprese sulle circa 30mila domande. È chiaro che occorre rimettere in moto i fondamentali della nostra economia e cogliere le opportunità che deriveranno dai fondi europei, collaborando in modo sinergico".
    Per Tripoli occorre "cogliere la grande occasione per rinascere un po' migliori rispetto a come siamo entrati in questa crisi pandemica. Gli aiuti europei hanno bisogno di essere riempiti di contenuti: in ambito digitale; della sostenibilità e, quindi, il passaggio al green; investimenti che sono fondamentali, servono risorse e un quadro normativo adeguato ai tempi che stiamo vivendo. Quindi - ha concluso -, la semplificazione è fondamentale". (ANSA).
   

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