(ANSA) - ANCONA, 23 OTT - Sono 40 gli espositori marchigiani,
sei del comparto pelletterie, volati a Mosca per partecipare
all'Obuv, la fiera internazionale delle calzature e del cuoio
allestita due volte l'anno e rivolta a buyer e addetti ai lavori
di tutte le regioni della Federazione Russa e di Bielorussia,
Armenia e Kazakistan. Le imprese partecipano all'Obuv, che si
chiude il 24 ottobre, grazie al contributo assicurato dalla
Camera di Commercio delle Marche tramite l'azienda speciale
Exit, per presentare le collezioni primavera estate 2020. Con la
presenza nella capitale russa, si chiude il calendario
fieristico 2019 che ha coinvolto 92 aziende marchigiane in
cinque eventi esteri, cofinanziati dalla Regione Marche: la
fiera Moda Shoes di Tokyo, il salone CP Mosca, il Tranoi di
Parigi e il Moda Shoes di Almaty in Kazakistan.
"Sono convinto che l'Obuv sia ancora un evento di grande
importanza per il nostro comparto della calzatura - afferma Gino
Sabatini, presidente Camera di Commercio delle Marche - perché
si deve continuare a guardare alla Russia con ancora più
concretezza rispetto al passato. Da un lato rappresenta un
mercato da non abbandonare nelle mani di cinesi e vietnamiti,
dove le nostre lavorazioni del lusso hanno ancora tanti clienti.
Dall'altro, si rende necessaria una presenza più mirata e
prudente dei nostri produttori, visto che non può più essere
considerato come unico mercato di sbocco".
La conferma che arriva da Mosca, aggiunge, "al di là del
valore in calo del nostro export, è che il calzaturiero
marchigiano è un comparto vitale, grazie a imprenditori solidi e
dinamici, non disponibili ad accettare la curva al ribasso. Per
questo, come Camera di Commercio Marche siamo convinti che
vadano sostenuti soprattutto nella loro presenza all'estero".
Per il calzaturiero e le pelletterie, prosegue Sabatini, "un
marchio di tutela del made in Italy e un costo del lavoro più
sostenibile, rappresentano i fattori per facilitare una ripresa
complessiva del comparto calzaturiero consentendo l'inibizione
di chiusure e processi di delocalizzazione e di incrementare
l'occupazione soprattutto in un distretto, come quello
Fermano-Maceratese, che sconta ancora l'impatto del terremoto
del 2016".(ANSA).