(ANSA) - PERUGIA, 27 GIU - Grande soddisfazione per
l'Oncologia medica e traslazionale dell'azienda ospedaliera
Santa Maria di Terni, che ha partecipato all'abstract numero 1
del recente congresso americano di Oncologia (Asco), con uno
studio innovativo i cui risultati sono destinati a cambiare la
pratica clinica in tutto il mondo nell'ambito del trattamento di
pazienti con carcinoma avanzato della vescica.
Il Congresso Americano di Oncologia è il maggior evento mondiale
annuale in ambito oncologico cui partecipano circa 35-40mila
oncologi da tutto il mondo per condividere nuovi dati e nuovi
approcci terapeutici. "Quest'anno l'Abstract innovativo numero 1
presentato nella sessione plenaria del congresso - sottolinea
in ua nota dell'ospedale - il dottor Sergio Bracarda, direttore
della struttura complessa di Oncologia medica e traslazionale
del Santa Maria di Terni - ha visto la partecipazione della
nostra struttura, nella persona della dottoressa Claudia
Caserta, mia valida collaboratrice ed esperta di neoplasie del
tratto genitourinario. I risultati di questo studio cambieranno
rapidamente la pratica clinica in tutto il mondo e questo anche
grazie al nostro apporto e alla nostra competenza".
"Lo studio internazionale a cui abbiamo partecipato- spiega la
dottoressa Caserta - ha dimostrato la possibilità di ottenere
importanti vantaggi in termini di sopravvivenza nei pazienti con
neoplasia vescicale avanzata che abbiano ottenuto una risposta
favorevole alla chemioterapia di prima linea. Una condizione
che, purtroppo, si associa a frequenti recidive di malattia, a
volte così precoci da rendere impossibile l'inizio di una
seconda linea di terapia. In particolare, questo studio,
condotto su ben 700 pazienti, ha dimostrato un aumento della
sopravvivenza di circa 7 mesi nei pazienti che avevano ricevuto
una terapia di mantenimento con avelumab, uno dei nuovi farmaci
immunologici anti PD-L1, rispetto a chi non l'aveva fatto. Un
risultato fino ad ora mai osservato in prima linea in questa
patologia".
"Presso la nostra struttura - spiega il dottor Bracarda - al
momento sono attivi oltre 80 studi clinici e altri sono in via
di attivazione, alcuni anche proposti dai nostri gruppi di
ricerca e accettati a livello nazionale e internazionale, con
numerosi pazienti provenienti anche da altre regioni, inseriti
nelle varie sperimentazioni. Vari gli approcci innovativi in
corso di verifica sia nelle varie patologie urogenitali
(neoplasie renali, vescicali, prostatiche) sia nell'ambito delle
patologie della mammella, del polmone e del tratto
gastroenterico. Tutto ciò anche grazie al nostro staff di
ricerca, alla intensa attività multidisciplinare in ambito
oncologico e all'interesse della direzione dell'azienda
ospedaliera per la ricerca".
L'oncologia è sempre più innovazione e ricerca, di qui - spiega
l'ospedale - la nuova denominazione in Oncologia medica e
translazionale. "Traslare, cioè trasportare queste novità nelle
normali attività assistenziali quotidiane - conclude il dottor
Bracarda - è la nostra mission e proprio per questo siamo in
grado di offrire ai nostri pazienti una qualità che ci viene
riconosciuta a tutti i livelli". (ANSA).