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Scontro tra mercantili, ridotte le ricerche dei 4 dispersi

Navi sotto sequestro, 'da decifrare' le manovre di quella turca

Si sono praticamente azzerate le speranze di trovare ancora in vita i quattro marittimi turchi dispersi dopo la collisione tra mercantili avvenuta domenica mattina davanti al porto di Ravenna. Del resto le specifiche tabelle Iamsar (International aeronautical and maritime search and rescue) danno una possibilità di sopravvivenza in mare a 10 gradi non superiore alle tre ore. Ragione che ha spinto a ridurre il ritmo delle ricerche. Di mezzo c'è finito anche il cattivo tempo, tanto che in mattinata una motovedetta della Capitaneria ha tentato di prendere il mare, ma alla luce delle forti avversità meteo alla fine dell'imboccatura del lungo portocanale ravennate ha dovuto invertire la rotta. La scarsa visibilità impedisce per ora anche le perlustrazioni dal cielo.

A tre giorni dalle collisione tra la "Lady Aziza" del Belize e la turca "Gokbel", la Capitaneria di Porto ravennate in un incontro con i giornalisti ha tracciato il punto della situazione alla presenza del comandante, Giuseppe Meli. Ipotesi prevalente è che i corpi possano essere stati spinti dalle correnti verso sud, tanto che nei giorni scorsi una borsa con i documenti marittimi e i giornali di bordo è stata ritrovata nei pressi di Misano Adriatico (Rimini). Mentre in zona Riccione, ancora nel Riminese, è stata recuperata una muta. Nelle ultime ore tuttavia gli equipaggi da terra non hanno individuato più nulla. Dal mare sono state recuperate due zattere gonfiabili: entrambe appartengono però a motovedette della Capitanerie ed erano state sradicate dal forte vento nelle fasi dei soccorsi. L'unica zattera gonfiabile della "Gokbel" finora individuata è stata quella recuperata a terra e sulla quale si erano radunati diversi naufraghi. Il mercantile turco non disponeva di vere e proprie scialuppe, in quanto le convenzioni internazionali consentono alle motonavi sotto gli 85 metri di avere solo zattere gonfiabili oltre a un rescue boat, una sorta di gommone di salvataggio. Nel caso i quattro marittimi turchi dispersi fossero rimasti intrappolati dentro al relitto - spiega la Capitaneria - li si potrà individuare solo attraverso un'ispezione condotta con i sommozzatori: il nucleo sub della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) è stato allertato, nei giorni scorsi era già stato avvisato quello dei vigili del Fuoco di Bologna.

Il mare forza 8, con burrasca da nord-est e con previsioni non confortanti - tanto che oggi due mercantili hanno deciso di rimandare la partenza dal porto di Ravenna - ne impediscono tuttavia l'utilizzo. Quando possibile, il loro contributo sarà importante anche per capire l'esatta localizzazione della falla della 'Gokbel' e quindi la dinamica di collisione e affondamento. I sommozzatori potrebbero pure riuscire a recuperare il vdr (voyager data recorder), una sorta di scatola nera della motonave: non è detto tuttavia che tale strumento effettivamente esista, visto che quel tipo di mercantile non aveva l'obbligo di possederlo. Oltre all'inchiesta penale della Procura ravennate ne è stata aperta una amministrativa dalla Capitaneria. I militari a loro volta sono stati delegati dal Pm titolare Stefano Stargiotti agli accertamenti necessari. E se i marittimi turchi, con dichiarazioni ai media, hanno già reso la loro versione riferendo che l'altro mercantile, una volta in rotta di collisione, non ha risposto alle loro chiamate finendo con lo speronarli a poppa, quelli siriani hanno preferito per ora il silenzio. Secondo la Capitaneria è evidente che non si sono visti o non si sono capiti, oppure hanno mal interpretato i dati tecnici sulle rispettive posizioni. L'inchiesta avrà proprio lo scopo di verificare come ciò sia stato possibile.

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