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Il Viminale: 'l'accoglienza dei migranti al collasso'

Polverone poi dietro-front. Renzi, 'atteggiamento superficiale'

L'operazione Mare Nostrum ha salvato tante vite umane, ma ha fatto aumentare le partenze verso l'Italia. In Libia ci sono almeno 800mila immigrati, molti dei quali pronti a tentare il viaggio della speranza. Intanto, nei primi 4 mesi dell'anno si contano già 25mila arrivi, il sistema di accoglienza è al collasso ("non abbiamo più luoghi dove portarli e le popolazioni locali sono indispettite dal continuo arrivo di stranieri") ed il Viminale prepara un piano per ospitare 50mila persone.

A fornire i dati, il direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, in un'audizione al Senato. Insorgono Lega e Forza Italia, che criticano il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Indispettito il premier Matteo Renzi. "I toni utilizzati oggi - osserva - mi colpiscono molto perché improntati alla superficialità. Anche per colpa nostra, di come è stata presentata la notizia" degli sbarchi "da parte del governo" con "alcune valutazioni suonate allarmistiche".

Renzi torna quindi a chiedere il sostegno dell'Europa: "se Mare Nostrum la fanno le forze europee e non solo la Marina italiana, le cose vanno meglio". Neanche Alfano è sembrato molto contento per il polverone sollevato. Fatto sta che Pinto, terminata l'audizione, sale in sala stampa al Senato per precisare ai cronisti che "la situazione è assolutamente sotto controllo. Stiamo gestendo tutto con la massima tranquillità e non c'è allarme". Il quadro dipinto dal dirigente alle commissioni Esteri e Difesa è tuttavia poco tranquillizzante.

A preoccupare è in particolare la Libia, Paese di partenza del 90% dei migranti verso l'Italia. "In quel Paese - spiega - c'è la percezione di assoluta mancanza di controllo e rischiamo in prospettiva di vedere aumentare sensibilmente il numero di clandestini. Non c'è un primo ministro, non c'è alcuna compagine governativa, non ci sono ministri. Non abbiamo di fronte un Governo col quale instaurare una dialettica, mancano interlocutori".

E ci sono, accampati in varie località, almeno 800mila persone arrivate da altri Paesi africani che potrebbero tentare la fortuna salendo su un barcone. Una stima confermata, anzi aumentata a 900mila, dal direttore del Dis, Giampiero Massolo, ascoltato dal Copasir. Si tratta di persone, aveva detto pochi giorni fa Alfano alla Camera, "che vedono nell'Europa il loro naturale approdo, essendo tendenzialmente da escludere che queste centinaia di migliaia di persone si trovino in Libia per turismo".

Quanto a Mare Nostrum, secondo Pinto, "ha dato risultati eccellenti, anche se ha incrementato le partenze dalla Libia. Dopo la tragedia del 3 ottobre a Lampedusa non abbiamo più morti e questo è un dato oggettivo. Meglio gli arrivati che i morti, anche se un così massiccio arrivo di persone crea problemi". Gli interventi di soccorso si svolgono ormai fino a 30-40 miglia dalle coste libiche. "Le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di uomini - sottolinea - lo sanno e ricorrono a natanti di qualità sempre peggiore. Il prezzo del viaggio si è abbassato. Non hanno bisogno di mettere eccessivo carburante e cibo perché sanno che la percorrenza massima sarà di 10-12 ore".

Per il dirigente serve "una exit strategy da Mare Nostrum. Bisogna ripensare l'organizzazione del pattugliamento in mare". Anche perché la missione ha un costo elevato: nove milioni e mezzo di euro al mese per il pattugliamento. Cui bisogna aggiungere due milioni e mezzo di euro spesi per gli oltre 50 voli interni di trasferimento dei migranti dalla Sicilia ad altre località e 1,2 milioni di euro per i 30 voli di rimpatrio. Il sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti, auspica che Mare Nostrum "diventi una missione europea e internazionale.

Dall'Africa c'è un esodo biblico da affrontare con intelligenza, l'Italia non può farcela da sola, così non si può andare avanti". Tra le soluzioni per arrestare il flusso c'è quella di organizzare in Libia la prima accoglienza per i profughi a cura dell'Unhcr, ma, lamenta Minniti, "in quel Paese manca purtroppo la cornice di sicurezza adeguata". In clima preelettorale infuria naturalmente la polemica politica. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, si dice pronto "a denunciare Renzi e Alfano, perché non stanno facendo niente per fermare l'invasione. Quante malattie stanno tornando in Italia?". Anche per il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, "il Governo deve intervenire immediatamente per fermare Mare nostrum".

Sulla stessa linea Maurizio Gasparri. "Se non si ferma subito questa disastrosa operazione le conseguenze saranno devastanti. Basta aspettare". Ignazio La Russa (Fdi) chiede che "l'Europa si faccia carico dei costi che sostiene l'Italia altrimenti il governo blocchi la missione". Secondo Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, "Mare Nostrum così com'è non può continuare: c'è bisogno di mettere a registro l'intera operazione perché corriamo il rischio di non riuscire a reggere l'impatto dei nuovi flussi migratori".

Secca la replica di Renzi: "l'anno in cui ci sono stati più sbarchi è stato quello in cui al governo c'erano i maggiori dichiaratori di oggi" e come ministro dell'Interno "c'era Maroni".

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