(ANSA) - ROMA, 16 GIU - La "libertà religiosa è garantita
anche da un trattamento tributario imparziale da parte della
pubblica amministrazione, senza fare discriminazioni tra una
religione e l'altra". Con quattro sentenze, il 23 maggio la
Corte di Cassazione si è pronunciata sul diritto all'esenzione
dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu)
per i luoghi di culto dei Testimoni di Geova (Sale del Regno),
mettendo fine così a dei contenziosi pendenti da diversi anni
con i Comuni di Trescore Balneario e di Sulmona. Lo rende noto
la Congregazione in un comunicato.
"Nei precedenti gradi di giudizio le amministrazioni comunali
avevano sostenuto che era legittimo favorire le confessioni
religiose che hanno stipulato l'Intesa con lo Stato prevista
dall'art. 8 comma 3 della Costituzione. Le commissioni
tributarie di primo e secondo grado avevano confermato tale
posizione negando l'agevolazione per la Congregazione Cristiana
dei Testimoni di Geova, proprio per la mancanza dell'Intesa: un
trattamento discriminatorio che la quinta Sezione civile della
Corte di Cassazione ha ora corretto".
Accogliendo i ricorsi della Congregazione Cristiana dei
Testimoni di Geova, la Suprema Corte ha chiarito che "la
confessione religiosa non ha necessità di un riconoscimento per
qualificarsi tale, né di stipulare un'intesa con lo Stato", e
che "nel nostro ordinamento caratterizzato dal principio di
laicità ... non è in sé stessa la stipulazione dell'intesa a
consentire la realizzazione dell'eguaglianza tra le
confessioni".
Commentando le sentenze, l'avvocato Caterina Corrado Oliva,
dello studio Uckmar, che ha seguito la vicenda, ha detto: "La
Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi della Congregazione
cristiana dei Testimoni di Geova chiarendo per la prima volta
che il riconoscimento dell'esenzione Tarsu per i luoghi di culto
non può essere limitato alle sole confessioni religiose che
abbiano stipulato un'intesa con lo Stato italiano ai sensi
dell'art. 8, comma 3, Cost. Una tale limitazione, affermata
invece dalla sentenza di appello (che è stata cassata), sarebbe
discriminatoria rispetto alla libertà di culto e al principio di
uguaglianza tra le confessioni religiose garantiti dalla
Costituzione".
Le sentenze della Cassazione, ricorda la Congregazione, hanno
un "immediato effetto pratico per le confessioni senza Intesa
che sono state sino ad oggi discriminate da alcune
amministrazioni italiane: per godere dell'agevolazione fiscale,
basterà la dichiarazione dell'effettiva destinazione a culto
dell'immobile". (ANSA).