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Papa: politica serva il bene di tutti,non gli interessi privati

A deputati cattolici, "sconfitta tornare a status quo pre-Covid"

(di Fausto Gasparroni) (ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 27 AGO - La politica sia al servizio del "bene di tutti" e non del "tornaconto personale". E se "per guarire il mondo", duramente provato dal Covid, c'è bisogno "non solo di cittadini responsabili ma anche di leaders preparati e animati dal principio del bene comune", è pur vero che "tornare allo status quo antecedente la pandemia sarebbe una sconfitta". Sono tra i punti fissati da papa Francesco durante l'udienza nella Sala Clementina ai parlamentari cattolici di vari Paesi partecipanti all'incontro dell'International Catholic Legislators Network.
    Dopo le parole di saluto del cardinale di Vienna Christoph Schoenborn e del presidente dell'Icln, l'olandese Christiaan Alting von Geusau, il Papa non si sottrae a un'annotazione sulle sue condizioni di salute dopo l'intervento chirurgico al colon dello scorso 4 luglio: "Vorrei chiedervi scusa di non parlare in piedi, ma ancora sono nel periodo post-operatorio e devo farlo da seduto. Scusatemi".
    Quindi rileva che l'incontro di oggi cade "in un momento molto difficile", in "un momento critico della storia". "La pandemia da Covid-19 si accanisce - lamenta -. Abbiamo certamente registrato progressi significativi nella creazione e nella distribuzione di vaccini efficaci, però ci rimane ancora molto lavoro da portare a termine", visti i "più di 200 milioni di casi confermati e quattro milioni di morti per questa piaga terribile, che ha causato anche tanta rovina economica e sociale".
    Anche da qui, il ruolo "più che mai importante" dei parlamentari, chiamati "a rinnovare integralmente le vostre comunità e la società intera". "Non solo per sconfiggere il virus, e nemmeno per tornare allo status quo antecedente la pandemia, no, sarebbe una sconfitta - precisa Francesco -, ma per affrontare le cause profonde che la crisi ha rivelato e amplificato: la povertà, la disuguaglianza sociale, l'estesa disoccupazione e le mancanze di accesso all'educazione".
    "Fratelli e sorelle - aggiunge 'a braccio' -, da una crisi non si esce uguali: usciremo migliori o peggiori. Da una crisi non si esce da soli: usciremo insieme o non potremo uscirne". Il Pontefice osserva anche che "in un'epoca di perturbazione e polarizzazione politica, i parlamentari e i politici più in generale non sono sempre tenuti in grande stima. Questo non vi è nuovo". Tuttavia, chiede, "quale chiamata più alta esiste che quella di servire il bene comune e dare priorità al benessere di tutti, prima del tornaconto personale?" "Il vostro obiettivo dev'essere sempre questo - avverte -, perché una buona politica è indispensabile per la fraternità universale e la pace sociale".
    E tra le maggiori sfide dell'epoca attuale, che il Papa indica proprio nell'orizzonte di una politica al servizio dell'interesse di tutti, c'è "l'amministrazione della tecnologia per il bene comune", considerando che "abbandonate a loro stesse e alle sole forze del mercato, senza gli opportuni orientamenti impressi dalle assemblee legislative e delle altre pubbliche autorità guidate dal senso di responsabilità sociale", le innovazioni tecnologiche "possono minacciare la dignità dell'essere umano".
    "Non si tratta di frenare il progresso tecnologico", specifica Bergoglio. Tuttavia, "gli strumenti della politica e della regolazione permettono ai parlamentari di proteggere la dignità umana quando essa viene minacciata". Il Pontefice pensa ad esempio "alla piaga della pornografia minorile, allo sfruttamento dei dati personali, agli attacchi alle infrastrutture critiche come gli ospedali, alle falsità diffuse tramite i social e così via". Laddove "una legislazione attenta può e deve guidare l'evoluzione e l'applicazione della tecnologia per il bene comune". (ANSA).
   

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