(ANSA) - PERUGIA, 18 NOV - La tutela della privacy, alla luce
del nuovo Regolamento Europeo 2016/679 e della nuova normativa
italiana in materia di protezione dei dati personali, letta come
una nuova opportunità clinico-assistenziale per una sanità
migliore. Questo il tema dell'evento formativo che l'Azienda
ospedaliera Santa Maria di Terni, con la collaborazione di
esperti di rilievo nazionale, ha organizzato nel pomeriggio di
lunedì 19 novembre (dalle ore 14) nella sala Conferenze della
sede universitaria di Terni in via Mazzieri 3.
Fra gli interventio in programma - riferisce una nota
dell'ospedale - Augusta Iannini, vicepresidente Garante per la
protezione dei dati personali, Francesco Modafferi, dirigente
del Dipartimento delle realtà pubbliche e della sanità Autorità
Garante per la protezione dei dati personali (che interverrà sul
fattore Rpd-responsabilità della protezione dei dati
nell'accountability delle aziende sanitarie. Seguirà (ore 15.30)
Antonio Caselli, funzionario dell'Unità documentale
internazionale e revisione Ue, sugli impatti del Gdpr in sanità
in relazione all'esperienza di altri Paesi Ue. Dopodiché
l'avvocato Federica Assumma e Tullio Ciarrapico, direttore
generale di Eurosanità Spa, illustreranno i modelli di
adeguamento al Gdpr in contesti sanitari diversi, con una
riflessione circa le opportunità e le criticità riscontrate
nell'introduzione del piano di tutela della privacy nel settore
sanitario privato. Prima di aprire il dibattito che porterà alle
conclusioni, saranno presentati casi di studio (ore 16.30), in
rifermento all'esperienza nella sanità pubblica con gli
interventi del dottor Luigi Carlini (il parere del medico
legale) e del dottor Amilcare Parisi (il parere del clinico).
Nell'ambito del nuovo approccio alla privacy e alla
protezione dei dati personali introdotto dal Gdpr 2016/679, nel
delicato settore sanitario, per la natura "ultrasensibile" e
ricca di implicazioni dei dati trattati, la formazione del
personale dirigente, medico, infermieristico, ausiliare, ecc.
riveste un ruolo fondamentale. Si stima infatti che la maggior
parte delle problematiche legate a fenomeni di Data Breach
(violazione dei dati) sia legata all'errore umano. E il sistema
più valido per ridurre l'errore umano è puntare sulla
consapevolezza, sulla conoscenza, sulla formazione e sulla
professionalità, che si unisce al tema della sicurezza
cibernetica legata alla sanità digitale.
Secondo il Data Breach Investigations 2018, che ha analizzato
53.000 incidenti e 2.216 violazioni in 65 paesi - è detto ancora
nel comunicato - in un anno gli attacchi informatici contro il
settore sanitario sono passati dal 17 al 24%. Se nella media
generale di tutti i settori considerati nel rapporto, i data
breach sono causati nel 73% dei casi da attori esterni
all'organizzazione e solo nel 28% dei casi da interni,
nell'healthcare la percentuale si inverte: il 56% degli
incidenti è causato da attori interni, e solo il 43% da esterni.
Un errore su tutti: nel 62% dei casi si tratta di invio di dati
a destinatari errati. (ANSA).