(ANSA) - TERNI, 15 NOV - Nuovo importante tassello
all'ospedale di Terni nel percorso dedicato alla presa in carico
delle persone con disabilità complesse di tipo anche
intellettivo-cognitivo. Dopo l'attivazione del Centro
accoglienza disabilità per i percorsi dedicati, l'istituzione di
una equipe medica multidisciplinare e l'ingresso nella rete
nazionale del Disabled advanced medical assistance, quale centro
di riferimento per la disabilità complessa in Umbria e nel sud
Italia, l'Azienda ospedaliera ha infatti siglato una convenzione
con l'istituto Serafico di Assisi per l'attivazione di un
protocollo clinico-riabilitativo di ricerca.
L'accordo, considerato una novità nel panorama sanitario
attuale, sarà presentato nella sessione pomeridiana del
convegno "Manifestazioni parossistiche in età evolutiva", che si
svolgerà il 16 novembre, dalle 14,30, nella sala conferenze
della facoltà di medicina e chirurgia di Terni con il
coordinamento scientifico del dottor Domenico Frondizi,
responsabile del servizio di Neurofisipoatologia di Terni e
consigliere Lice per la regione Umbria, e del professor Giovanni
Miconi della pediatria di Terni.
"Con il nuovo percorso avviato con il Cad - sottolinea il
direttore generale del Santa Maria, Maurizio Dal Maso - si è
dato seguito, per la prima volta in Umbria, alla deliberazione
della giunta regionale 1796 del 29 dicembre 2014 riguardante gli
interventi finalizzati alla riqualificazione del sistema di
assistenza sanitaria alle persone con disabilità complessa
cognitivo-relazionale. Siamo orgogliosi di sancire questo
protocollo con l'azienda ospedaliera di Terni che - sottolinea
Francesca Di Maolo, presidente dell'Istituto Serafico - ha
attivato percorsi specifici per persone con pluridisabilità. È
un passo sostanziale verso una collaborazione pubblico-privato
che pone grande attenzione alle esigenze del territorio in tema
di disabilità complesse. Il protocollo consente di avviare
percorsi specifici di ricerca per un accesso rapido ed efficace
a procedure diagnostiche d'avanguardia (Rmn), non sempre
accessibili a queste persone. La collaborazione ha quindi un
duplice beneficio: una ricaduta immediata sui nostri ragazzi e
la prospettiva futura di percorsi diagnostici mirati per persone
con disabilità plurime".
(ANSA).