(ANSA) - PERUGIA, 31 AGO - Nuove prospettive per la
risoluzione di alcune patologie che provocano il mal di schiena,
senza più dover ricorrere all'intervento chirurgico
tradizionale. Da oggi, infatti, presso la struttura di
Neuroradiologia dell'azienda ospedaliera di Perugia è possibile
impiantare per via percutanea, senza il classico intervento
chirurgico a cielo aperto, "spaziatori" di ultima generazione
che permettono di intervenire "sulla stenosi segmentaria del
canale midollare, quella condizione in cui si crea
progressivamente il restringimento del canale vertebrale", come
spiega il Dottor Roberto Pantaleoni, che, con una equipe di
tecnici ed infermieri della struttura di Neuroradiologia e
anestesisti ha proceduto ad applicare il nuovo presidio a tre
pazienti, due uomini e una donna, di 51, 59 e 69 anni, tutti e
tre della provincia di Perugia. I nuovi dispositivi percutanei
consentono di ottenere la distrazione delle apofisi spinose
permettendo così la decompressione indiretta del canale
vertebrale.
La durata di ogni intervento - spiega una nota dell'azienda
ospedaliera - è mediamente di 30 minuti e dopo un breve periodo
di osservazione il paziente può tornare a casa.
"Il primo vantaggio - aggiunge il dr. Pantaleoni - è quello di
eliminare il mal di schiena sordo o acuto che si irradia agli
arti inferiori con debolezza alle gambe, perdita di equilibrio
e di forza, specie durante il cammino (claudicatio neurogena),
e quindi permettendo di poter tornare a deambulare in breve
tempo".
La tecnica è stata eseguita per la prima volta in Umbria, come
riferisce la nota dell'ufficio stampa dell'azienda ospedaliera
di Perugia, e può essere attuata su pazienti ben selezionati.
"In primo luogo - sottolinea il dottor Piero Floridi, direttore
della struttura complessa di Neuroradiologia del S. Maria della
Misericordia - è necessaria una corretta valutazione clinica in
aggiunta ad un inquadramento diagnostico basato sull'esito di
esami strumentali, come Tc, Rm ed Elettromiografia, per
evidenziare la stenosi del canale midollare. Tenuto conto delle
varie fasce di età dei pazienti - aggiunge il dr. Floridi - la
percentuale di utenti che possono usufruire del piccolo presidio
(che somiglia ad una aragosta in miniatura) è del 10-15% delle
persone che soffrono di patologia degenerativa della colonna
vertebrale. I vantaggi appaiono evidenti sia per il servizio
sanitario che abbatte cosi giorni di degenza che per il paziente
che in poco tempo può riprendere le propria attività".
Alla prima procedura di impianto del nuovo dispositivo, ha
partecipato, in qualità di tutor, il dottor Stefano Marcia,
radiologo interventista, conosciuto a livello internazionale per
pubblicazioni scientifiche riguardanti la sua copiosa casistica
di interventi mininvasivi sulla colonna vertebrale. Lo stesso
dottor Marcia, nel corso della stessa mattinata, ha partecipato
con una Lettura Magistrale ad un breve meeting nell'aula "Ugo
Mercati", al quale hanno partecipato medici e personale
sanitario di area clinica e diagnostica. (ANSA).