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Donna morta dopo caduta: il compagno, non l' ho aggredita

(ANSA) - BARI, 11 LUG - "Anita è caduta mentre scendeva le scale perché aveva bevuto e non per il mio schiaffo. Non l'ho aggredita e non volevo ucciderla". Si è difeso così, nell'udienza di convalida, il 44enne rumeno Marian Sima, in carcere a Bari in stato di fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi per la morte della compagna Anita Betata Rzepecka, 30enne polacca. Stando all'ipotesi della Procura di Bari, l'uomo l'avrebbe schiaffeggiata facendola cadere e battere la testa, lasciandola poi agonizzante per ore. Dinanzi al gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino, il 44enne ha spiegato che quando lui è entrato in casa lei gli avrebbe raccontato di essere caduta, di aver battuto la testa e di sentirsi male. Lui si sarebbe quindi arrabbiato e, solo allora, le avrebbe dato uno schiaffo. Poi la donna, stando sempre al racconto dell'indagato, si sarebbe andata a stendere sul letto mentre lui, nella stanza accanto, beveva vino. All'arrivo di un connazionale, circa cinque ore più tardi, i due si sarebbero accorti che Anita, ancora sul letto, era priva di sensi. Avrebbero quindi portato la ragazza fuori dall'abitazione, un casolare abbandonato in via Di Cagno Abbrescia a Bari, e chiamato i soccorsi. L'ambulanza, infatti, è stata chiamata nella tarda serata di giovedì scorso ma per la ragazza non c'era più niente da fare. Portata in ospedale e sottoposta ad intervento chirurgico, è morta alcune ore dopo il ricovero. Al termine dell'udienza di convalida del fermo l'avvocato Maurizio Tolentino, difensore dell'indagato, ha chiesto una diversa qualificazione giuridica dei fatti, da omicidio volontario a preterintenzionale, e una attenuazione della misura cautelare. La decisione del giudice si conoscerà nelle prossime ore.

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