(ANSA) - ANCONA, 30 AGO - Il Kosovo raccontato sulle vetrine dei negozi di Corso Garibaldi, la via dello shopping di Ancona.
Una scelta forte quella di collocare 'Kosovo. Un viaggio intorno all'uomo', una delle mostre che fanno da corollario al Festival Adriatico Mediterraneo al via oggi, in uno spazio così inusuale, dove le ferite mai sanate del conflitto serbo-albanese del 1996-1999 risaltano nei volti e nelle storie di uomini e donne ritratti dal fotografo Angelo Emma, in acceso contrasto con gli abiti alla moda, gli oggetti preziosi di una galleria d'arte, gli ambienti rassicuranti di bar e librerie. Ma l'effetto è voluto: chi passeggia per le vie della città in occasione del festival, tradizionale momento di unione fra i popoli delle sue sponde, non può non soffermare lo sguardo su un passato ancora così presente, a maggior ragione se gli scatti stridono con il contesto. Così, Ilinka, un'anziana donna che vive in un'enclave serba e che nella guerra ha perso i suoi figli, si mostra dalla vetrina di una libreria - tra i best seller e le occasioni - con il volto duro solcato da rughe e da troppo dolore. Radoslav, che ha cercato di sfuggire al suo destino vagando per il mondo ma che ora vuole riportare la sua famiglia in Kosovo, offre il suo pianto da sopra un blazer di taglio impeccabile in uno dei negozi d'abbigliamento più chic.
Poi ci sono i minatori di Trepca, un colosso minerario ancora diviso tra area serba e area albanese: 250 euro al mese per sprofondare ogni giorno nelle viscere della terra. I loro volti spuntano tra i clienti dei bar, sopra bottiglie di vino dal nome evocativo - Radici - tra vasi di vetro di Murano di raffinatissima fattura, i loro vestiti appesi al soffitto incombono - poco più che cenci - su eleganti abiti femminili, in perfetta sincronia di colori ma in stridente contrapposizione.
Sono uomini che hanno passato gran parte della loro vita senza luce, in senso anche metaforico, ma qualcuno di loro riesce ancora a sorridere: "Perché non ho perso la speranza - recita la didascalia dando voce al più giovane dei minatori -. Di che cosa? Della vita".
Insomma una scelta coraggiosa, quella del giovane assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca, accompagnata anche da qualche polemica che però si è spenta sul nascere.
D'altra parte, commenta l'autore del reportage in Kosovo, di cui la mostra propone solo alcuni scatti, "questa, come altre, è una guerra che abbiamo avuto sotto casa, a 250 km in linea d'aria. I Balcani sono anche questo, non solo le belle spiagge della Croazia". Lo sa bene AdMed, che ha voluto dedicare l'edizione 2014 ai confini: conoscere, significa superarli. La mostra resterà aperta fino al 6 settembre. (ANSA).