(ANSA) - RAVENNA, 20 GIU - Nell'arco dei prossimi quattro
anni, il distretto centro settentrionale di Eni, "investirà
oltre 2 miliardi di euro consentendo all'indotto industriale
locale di tornare ai livelli di attività antecedenti il 2014,
anno che segnò l'inizio della pesante crisi del settore offshore
causa il crollo del prezzo del petrolio". E' quanto si legge in
una nota di Confindustria Romagna, alla luce dell''Open Day'
promosso da Eni nell'ambito del Festival dell'Industria e dei
Valori di Impresa promosso dall'associazione degli industriali
romagnoli.
In particolare, viene sottolineato, "con una produzione in
quota Eni stabile nell'arco di piano intorno ai 53 mila barili
di olio equivalente al giorno, questo avrà una ripercussione
positiva sul numero delle imprese che operano per conto di Eni,
scese in tre anni da 297 a 237 e quindi sull'occupazione".
Guardando ai numeri, viene evidenziato nella nota, il
distretto che include Ravenna, attraversa l'Italia
centro-settentrionale con oltre 2.400 chilometri di pipeline e
tocca il Molise, l'Abruzzo, le Marche, l'Emilia-Romagna, la
Lombardia e il Piemonte. Cinquantatré campi (43 offshore e 10
onshore) vedono quasi 700 persone al lavoro, giorno e notte,
oltre all'indotto.
"In questi 60 anni - ha osservato il presidente di
Confindustria Romagna, Paolo Maggioli - accanto all'Eni sono
cresciute aziende che oggi, pur in presenza di una grave crisi
internazionale del settore petrolifero, sono di primaria
rilevanza per professionalità e innovazione.
La scorsa primavera - ha argomentato - Ravenna è stata la città
italiana che maggiormente si è opposta al referendum contro le
cosiddette trivelle. Il mondo dei 'No' a tutto non appartiene a
questo territorio, è distante anni luce e abbiamo
particolarmente apprezzato la posizione assunta
dall'amministrazione comunale, dalle istituzioni e dalla
politica locale in questo senso. Di questo - ha concluso
Maggioli - gli imprenditori del territorio e la loro
Associazione sono particolarmente grati". (ANSA).