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Si torna a scuola, largo alla creatività

Si torna a scuola, largo alla creatività

Genitori e maestri, ci vorrebbero più risorse per sostenerla

13 settembre 2018, 13:55

Redazione ANSA

ANSACheck

Largo alla creatività a scuola foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Largo alla creatività a scuola foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Largo alla creatività a scuola foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

All'asilo e poi anche alle elementari e alle medie e superiori, parte della formazione, insieme ovviamente a lezioni e libri di testo, è andare in palestra...di creatività. Il 12 settembre ricorrre la Giornata nazionale della creatività e il tema mette tutti d'accordo: docenti e insegnanti.

Ma se oltre 9 docenti su 10 sostengono che la creatività abbia un ruolo di primo piano nello sviluppo delle capacità cognitive e relazionali dei bambini, più della metà afferma che, nelle scuole dove insegnano, il clima educativo, le tecniche didattiche e l’organizzazione degli spazi non agevolino l’approccio creativo dei più piccoli. A confermarlo anche i genitori: 6 su 10 ritengono che gli istituti scolastici frequentati dai propri figli prediligano solo in parte la creatività come abilità da coltivare. Ecco quanto emerge da un’indagine svolta da Pepita Onlus (per Hasbro e la pasta da modellare Play-Doh a supporto della campagna “La Creatività che Forma”) coinvolgendo 3325 italiani, 1545 docenti di scuole primarie o dell’infanzia (37% private, 63% pubbliche) e 1780 genitori di bambini con un’età compresa tra i 3 gli 8 anni (58,89% scuola statale, 41,01% privata). Per tutti, addetti ai lavori e non, la creatività nei più piccoli è la capacità di risolvere qualsiasi situazione ricorrendo a soluzioni inedite, producendo e adottando modi di fare e di pensare nuovi e originali. 

A conti fatti, attribuire alla scuola italiana tale mancanza è errato: i docenti intervistati, infatti, confermano che la maggior parte delle aule è attrezzata con luoghi appositamente dedicati allo svolgimento di attività didattiche creative (87,38%). Anche se maestre e maestri ritengono che la creatività abbia un’origine innata (73,66%) e che le arti e la manualità siano fattori importanti nello sviluppo di capacità cognitive e relazionali (96,19%), almeno la metà afferma che le modalità in cui si svolgono le attività didattiche nell’ambiente scolastico agevolano mediamente lo sviluppo della creatività dei bambini (50,87%). Ed è per questo che il 95% degli insegnanti ritiene che sia loro compito incentivare e stimolare la creatività nei bambini. Non è un caso se la stragrande maggioranza (83,82%) desidera che all’interno delle scuole venga dedicato più spazio alle attività di gioco libero e manuale, nonostante le risorse disponibili non sono sufficienti (74,11%).

Anche i genitori coinvolti sostengono che la scuola promuova pochissimo la creatività come abilità da sviluppare (62%). E nonostante appena il 26% valuti sufficienti le risorse per sviluppare le attività creative, il 94% si augura che l’istituto frequentato dai figli dia più spazio alle attività di manipolazione e gioco libero. È dunque emersa un’esigenza che, dati alla mano, è del tutto condivisa sia da mamma e papà, sia dagli educatori: la creatività tra i bambini non manca e tutti riconoscono il suo inestimabile valore, ma mancano le risorse sufficienti per sostenerla e incentivarla tra i banchi di scuola.

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