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Bus in scarpata: tre arresti

Accuse sono di falso in atto pubblico e concorso in omicidio colposo plurimo

La polizia stradale di Avellino ha eseguito tre misure cautelari emesse dal gip su richiesta della procura di Avellino nei confronti di Gennaro Lametta, titolare della Mondotravel e del bus che precipitò dal viadotto di Monteforte il 28 luglio 2013, e nei confronti di due dipendenti della motorizzazione civile. Lametta è anche il fratello dell'autista del bus che rimase ucciso nell'incidente insieme con altre 39 persone.

A Lametta contestate violazioni per revisioni su altri due bus
Per Gennaro Lametta titolare della Mondotravel, società proprietaria del bus caduto e per i due dipendenti della Motorizzazione civile il funzionario tecnico Vittorio Saulino, e l'impiegata Antonietta Ceriola, la Procura di Avellino ha chiesto le misure cautelari in carcere eseguite stamattina dalla polizia stradale. Secondo quanto si è appreso di recente Gennaro Lametta, ascoltato dagli inquirenti avrebbe detto che delle revisioni se ne occupava il fratello Ciro (autista del bus e morto nell'incidente) e un altro dipendente. A Gennaro Lametta sono state contestate presunte violazioni per revisioni su altri due bus. I pm titolari dell'indagine sono Cecilia Annecchini e Armando Del Bene.

I reati
Falso in atto pubblico e concorso in omicidio colposo plurimo: queste le accuse che stamattina hanno portato in carcere tre degli indagati per la tragedia del bus precipitato il 28 luglio dell'anno scorso dal viadotto Acqualonga dell'A16 Napoli-Canosa, nel quale morirono quaranta persone. Il Gip del Tribunale di Avellino, Antonio Sicuranza, ha accolto le richieste di custodia cautelare, avanzate dalla Procura, per Gennaro Lametta, titolare della Mondotravel e proprietario del bus; Vittorio Saulino e Antonietta Ceriola, rispettivamente funzionario tecnico e impiegata della Motorizzazione civile di Napoli. Le indagini dei pm Cecilia Annecchini e Armando Del Bene, coordinate dal procuratore capo, Rosario Cantelmo, fanno riferimento alla mancata revisione del bus che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata effettuata soltanto sulla carta nei giorni successivi all'incidente.

Bus in scarpata: ipotesi "sistema" per falsificare revisioni
Nell'ambito delle indagini sulla falsificazione dei documenti di revisione del bus si ipotizza l'esistenza di un rodato "sistema" messo in piedi per ottenere i certificati di idoneità dei veicoli senza eseguire la manutenzione ai veicoli stesse. Non si esclude che le indagini possano essere approfondite per accertare altre eventuali responsabilità e scoprire eventuali falle nella concessione dei nullaosta. Ma soprattutto non si esclude che stiano circolando molti altri bus, nelle stesse condizioni meccaniche di quello precipitato quel tragico 28 luglio. In Campania, si apprende, la regolamentazione che disciplina i controlli è meno rigida di quella in vigore in altre regioni. L'ultimo atto in materia di controlli su veicoli adibiti al trasporto di persone risale al 2003: si tratta di un disegno di legge redatto dall'allora assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, non ancora sottoposto all'esame del Consiglio regionale.

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