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Cannabis: Melilla incontra detenuto che coltivava per terapia

In cella per autocoltivazione. Orlando e Lorenzin si attivino

(ANSA) - PESCARA, 30 LUG - Incontro in carcere, oggi a Chieti, del deputato di Sinistra Italiana Gianni Melilla con il pianista 47 malato di fibromialgia detenuto da oltre un mese per aver coltivato alcune piante di cannabis per curarsi. "L'incontro - dice Melilla - per sincerarsi dello suo stato di saluto e portare la solidarietà del Partito a tutti i livelli. "Sono ormai 50 giorni che Fabrizio è detenuto e non ha accesso a nessun tipo di cura palliativa: questa situazione rischia di compromettere l'articolazione del braccio e della mano che gli consentono di lavorare dato che è un pianista ed un insegnante di musica. Pellegrini si cura con medicinali a base di cannabinoidi - spiega Melilla - perché sono l'unico rimedio efficace per la sua patologia in quanto non può assumere medicinali a base di oppiacei per intolleranza. Chiedo al ministro della Giustizia Andrea Orlando di intervenire con urgenza. Non si può aspettare oltre. La situazione di Pellegrini, ma anche di molti altri malati, va risolta". Intanto, aumentano le adesioni all'appello "Una firma e un digiuno per Fabrizio Pellegrini e per tutte le vittime del proibizionismo", promosso dai Radicali. Ai digiunatori, a staffetta, si sono aggiunti in queste ore il segretario di Possibile Pippo Civati, che sulla vicenda di Pellegrini ha anche presentato un'interrogazione parlamentare, Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani del Senato e di A Buon Diritto, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, Leonardo Fiorentini, tesoriere della Società della Ragione, e il cantante reggae Zakalicius. A lanciare il digiuno, dirigenti e militanti radicali che hanno aderito all'iniziativa nonviolenta di Andrea Trisciuoglio, segretario dell'associazione LaPiantiAmo e malato di sclerosi multipla, il quale a sostegno di Fabrizio Pellegrini ha deciso di sospendere la propria terapia a base di cannabinoidi, e dei radicali foggiani dell'Associazione Mariateresa Di Lascia. Secondo la legge promulgata in Abruzzo nel gennaio 2014, ma per la quale da allora non sono stati emanati i regolamenti attuativi, in base al piano terapeutico redatto da un medico specialista, i cannabinoidi possono essere prescritti anche dai medici di base. La legge prevede prevede inoltre che la Giunta regionale possa stabilire convenzioni con centri attrezzati per la produzione e la preparazione dei farmaci, nonché la possibilità di trattamento domiciliare.  

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