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L'aborto entra in campagna elettorale, scontro Pro vita-Pd 

L'aborto entra in campagna elettorale, scontro Pro vita-Pd 

Vannacci con l'onlus. Blitz dem in Albania: 'Bluff sul centro migranti'

ROMA, 22 maggio 2024, 20:31

di Giampaolo Grassi

ANSACheck

La segretaria Pd Elly Schlein - RIPRODUZIONE RISERVATA

Di anni ne ha compiuti 46, nemmeno una cifra tonda. Ma in campagna elettorale ogni occasione è buona per ribadire da che parte si sta. E quindi il compleanno della legge 194 sull'interruzione di gravidanza è stato giorno di scontro. "Non è una festività nazionale", ha tagliato corto il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan che, con la onlus "Pro Vita & Famiglia", a Palazzo Madama ha presentato il Manifesto contro "l'introduzione dell'aborto come valore comune nella Carta dei Diritti fondamentali dell'Ue". Un motivo di allarme in più per il Pd, che ha annunciato una mobilitazione in difesa di una legge considerata "sotto attacco".

 

Il tema dei diritti attraversa la campagna elettorale. Con un blitz in Albania, i deputati Pd Enzo Amendola, Simona Bonafè, Matteo Mauri e Matteo Orfini hanno raggiunto gli spazi di Gjader e Shengjin dedicati alle strutture per migranti previste dall'accordo con l'Italia: "Siamo davanti a più di 70 mila metri quadrati di nulla - ha raccontato Mauri durante il sopralluogo - il 22 maggio solo ruspe, mentre avevano annunciato che il 20 maggio avrebbe aperto il centro. Abbiamo svelato il loro bluff elettorale".

La data del 20 maggio era indicata nell'avviso emesso a marzo dalla prefettura di Roma per l'affidamento dei servizi per i centri per migranti in Albania. Alla luce dello stato dei lavori, però, già agli inizi di maggio è risultato chiaro che le previsioni erano state ottimistiche, che l'apertura sarebbe slittata. E non di poco. Il progetto comprende un hotspot per l'identificazione nel porto di Shengjin, una struttura da 880 posti per l'accertamento dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale a Gjader, in un sito dell'Aeronautica albanese e, nella stessa area, un Centro di permanenza per il rimpatrio da 144 posti. I militari del Genio italiano, che stanno allestendo le strutture, si sono però trovati di fronte ad un sito, quello di Gjader, fortemente degradato. E questo ha complicato i lavori. La delegazione Pd è andata a verificare lo stato dell'arte.

"I costi aumentano - ha spiegato Bonafé - siamo arrivati a oltre 800 milioni, come avevamo già denunciato alla firma dell'accordo. Meloni sposti subito queste risorse sulla sanità e sul welfare territoriale". In tema di 194, uno dei primi a firmare il Manifesto anti aborto è stato il candidato della Lega Roberto Vannacci. Il suo scopo - ha spiegato - è il "sabotaggio" di chi punta alla "distruzione della civiltà occidentale, fondata su valori di origine greco-romana e cristiana".

 

Per il Pd è scesa in campo la segretaria Elly Schlein: "Giù le mani dalla legge 194 - ha detto - Il problema è che questa destra non ha bisogno di cambiare la legge per impedire l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza" visto che "fanno entrare gli antiabortisti nei consultori per fare pressioni violente sulle donne e le ragazze", quello che la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga ha definito "un attacco subdolo". In difesa della 194 anche il M5s: "Ogni donna deve essere libera di scegliere cosa fare del proprio corpo e della propria vita", ha detto la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.

"Le associazioni anti-abortiste tanto sponsorizzate da questo Governo si fanno chiamare pro-vita - ha commentato Emma Bonino, candidata per Stati Uniti d'Europa -. Dobbiamo sorbirci questa propaganda reazionaria sui nostri corpi". Restano intanto gli strascichi della polemica fra Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte. Dire che i fondi italiani del Pnrr sono stati stabiliti da un algoritmo è un "vigliacco attacco", ha detto il presidente del M5s, perché "la battaglia politica fu durissima". Poi la stoccata di Conte a Schlein: "L'alternativa non si costruisce mettendosi d'accordo con Meloni per un confronto tv che esclude le altre forze". In attesa dell'esito del voto, Schlein ha comunque già messo in cassa due rassicurazioni di peso nel partito. Dopo Dario Franceschini, anche Andrea Orlando ha chiarito: vada come vada, "il Pd ha bisogno di una segretaria che faccia il suo lavoro fino alla fine del mandato".

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