"L'Europa ha fatto una scelta, scendere in mare. Ora occorre coraggio nel fare un'altra scelta, quella di campi profughi e di zone di accoglienza e richieste di asilo in Africa. Dobbiamo cambiare strategia come Europa e chiedere che le domande di asilo siano presentate in Africa" e fare "lì, attraverso accordi tra i paesi europei, un'azione di riallocazione dei profughi". Incassato il risultato della fine dell'operazione "di emergenza" Mare Nostrum - anche se in realtà ci sarà una fase di passaggio, con il disimpegno in "due o tre mesi" - il ministro Alfano sposta l'obiettivo del 'negoziato' dell'Italia sull'immigrazione più avanti: occorre che le richieste d'asilo vengano presentate nei paesi d'origine, perché "la risposta non può avvenire in mare ma deve avvenire lì", e serve un maggiore impegno nell'accoglienza da parte dei partner europei.
"L'Italia ha fatto il proprio dovere", rivendica Alfano tracciando il bilancio, assieme alla collega Roberta Pinotti, dei quasi tredici mesi dell'operazione decisa dopo la tragedia di Lampedusa di ottobre dello scorso anno: "Se non ci fosse stata Mare Nostrum non ci sarebbe stata la nuova operazione di Frontex". "Adesso in mare si farà quel che si è sempre fatto: rispettare gli obblighi che derivano dalle leggi del mare", spiega il ministro, cedendo il boccino all'agenzia europea. Triton presidierà i confini di Schengen, fino a 30 miglia dalle coste italiane - con due navi d'altura, due navi di pattuglia costiera, due motovedette, due aerei ed un elicottero (la metà di questi mezzi italiani) - a differenza di Mare Nostrum i cui mezzi si spingevano oltre, se necessario a ridosso delle costa libica. "Saranno quindi i Paesi del Nord Africa che si occuperanno delle operazioni di 'ricerca e soccorso'". Cosa cambierà in concreto da domani? Nella fase di partenza la Marina continuerà il suo lavoro, con un "dispositivo al servizio delle emergenze", come spiega il ministro Pinotti, con "una nave significativa, grande, a Lampedusa e un pattugliamento di tre navi più piccole", mentre "attualmente usiamo cinque grandi navi". In questo modo "andiamo a diminuire gli assetti e ridurremo i costi di un terzo. Prevediamo due mesi di uscita dolce". Pinotti poi assicura: "Il soccorso in mare non viene meno, e' il diritto del mare a chiederlo. L'Italia non si volterà indietro".
Triton costerà 3 milioni di euro al mese, totalmente a carico dell'agenzia Frontex finanziata da fondi europei, a differenza di Mare Nostrum, che è costata in totale 114 milioni, 9 e mezzo al mese. Ma questo non significa che aumenteranno le morti in mare, per Alfano: "Il numero dei morti non è proporzionale ai soldi spesi". Se per il partito del ministro dell'Interno il passaggio di consegne è il più grande risultato del semestre Ue, che si tratti di Mare Nostrum o Frontex, non si placano le critiche da destra: "Questi immigrati che verranno raccolti in mare sempre in Italia verranno portati e sempre l'Italia dovrà occuparsene", dice Giorgia Meloni. E il segretario della Lega, Matteo Salvini, condivide: "Non abbiamo scritto Giocondo sulla fronte". "I clandestini continueranno ad arrivare in Italia con spese enormi per il nostro paese. La recita dei ministri non può occultare questa realtà: l'Europa ci ha lasciato il cerino in mano", afferma pure Maurizio Gasparri di Forza Italia. E la richiesta di Alfano di un maggiore impegno dai paesi Ue trovano una sponda nel commissario Ue Cecilia Malmstroem, per la quale "è indispensabile che gli Stati membri dell'Ue diano piena attuazione al sistema europeo comune di asilo" e "un vero programma europeo per il reinsediamento dei rifugiati".