(ANSA) - ROMA, 30 MAG - "Senza aumentare i divari tra Regioni
e senza stravolgere le prerogative decisionali previste
dall'ordinamento" la riforma "può rafforzare i territori nel
solco dei principi di sussidiarietà, efficienza e solidarietà.
Il dibattito sull'autonomia può contribuire a migliorare la
qualità dei servizi pubblici a livello locale, all'insegna della
responsabilizzazione, purché mantenga un costante coordinamento
con quelle politiche nazionali orientate alla crescita e alla
competitività del sistema produttivo", indica Grassi riferendo
la posizione di Confindustria dove ha il ruolo presidente del
Consiglio delle rappresentanze eegionali e per le politiche di
coesione territoriale.
Il processo di riforma, avverte ancora, "si innesta su una
serie di lacune, costituzionali e non solo, la cui risoluzione è
cruciale per l'eventuale trasferimento di competenze". In primo
luogo, "la determinazione dei Lep e l'individuazione delle
risorse necessarie a farvi fronte, ma anche la concretizzazione
del principio di perequazione al fine di compensare gli
squilibri sofferti dai territori con minore capacità fiscale".
Confindustria condivide "i timori di chi ritiene che il
raggiungimento di questi obiettivi, in assenza di uno
stanziamento aggiuntivo di risorse, possa non risultare
scontato". E ritiene "opportuna una definizione dei Lep non
circoscritta alle materie concretamente trasferite, bensì
riferibile all'intero perimetro delle materie trasferibili alle
Regioni, insieme alle risorse necessarie a finanziarli".
E avverte ancora: "Solo una ricognizione del fabbisogno
finanziario complessivo, dunque, sarà in grado di assicurare una
gestione ordinata di questi aspetti. Sono due i rischi da
evitare, che le Regioni si trovino a dover assicurare
prestazioni essenziali con risorse insufficienti, e che il
riconoscimento ad alcune Regioni di forme e condizioni
particolari di autonomia (con le relative risorse) pregiudichi
la possibilità di attribuire alle altre Regioni le risorse
necessarie a garantire i Lep di loro competenza".
E' per queste preoccupazioni che Confindustria chiede che "in
una prima fase, l'attuazione dell'autonomia debba concentrarsi,
seguendo un approccio graduale e sperimentale, su un novero
circoscritto di materie o ambiti di materie".
Lasciare alla gestione nazionale alcune competenze strategiche è
necessario, indicano ancora gli industriali, per "assicurare le
condizioni di base per la competitività e lo sviluppo. Ad
esempio, le infrastrutture energetiche e di trasporto (e più in
generale, i servizi a rete), nonché il commercio con l'estero;
materie che richiedono meccanismi di coordinamento che possono
essere assicurati solo attraverso una gestione unitaria;
garantire omogeneità normativa e amministrativa per gli
operatori economici. Occorre cioè evitare un'eccessiva
frammentazione su temi strategici per lo sviluppo, come
l'ambiente".
Anche su questo fronte si auspica "un approccio graduale" per
garantire "un passaggio di consegne" ordinato, anche in vista
del rispetto degli impegni assunti con l'Ue riguardo
all'implementazione del Pnrr.
Viene evidenziato anche un tema di "sostenibilità
amministrativa", per lo spostamento di competenze legislative e
amministrative. E si chiede una "visione pragmatica" sull'iter
procedurale per le intese Stato-regioni, con una attenzione alle
prerogative del Parlamento: "l'idea" proposta è quella di
"rendere vincolanti, secondo diversi gradi di intensità, gli
atti di indirizzo che il Parlamento potrà rivolgere al governo".
(ANSA).