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PD propone Imi, al posto di Imu e Tasi. Scoppia bufera. Renzi la boccia

Inammissibili 1.500 emendamenti, anche Ponte sullo stretto

  Il Pd con un emendamento alla manovra propone l'introduzione dell'Imi, una nuova tassa comunale che accorpa Imu e Tasi. Ma sulla proposta subito si accende il confronto: da Confedilizia alle opposizioni si punta l'indice contro i possibili rischi di aumento.

    Alla fine interviene anche il Premier Matteo Renzi che boccia decisamente l'idea, tanto che l'emendamento viene prontamente ritirato. ''Oggi ho letto- dice il presidente del Consiglio - che stiamo per togliere l'Imu per mettere l'Imi, siamo a compro una vocale di Mike Buongiorno... E' una cosa che non sta né in cielo né in terra. Noi non aumentiamo le tasse, vogliano tagliarle".

    L' emendamento proponeva una nuova imposta, con un ottica di semplificazione, con un'aliquota, decisa dai Comuni per gli immobili (non le prime case) e i fabbricati (tranne quelli rurali) sarebbe andata dall'8,6 all'11,4 per mille mentre per ville e castelli (in questo caso anche se prime case) dal 5 al 7 per mille. Erano previste anche casistiche precise di variazione delle aliquote e lo sconto del 50% sulla base imponibile per i comodati d'uso.

    La proposta ha catalizzato l'attenzione della giornata che ha visto cadere sotto la tagliola delle ammissibilità ben 1.500 gli emendamenti. Tra questi, anche la proposta di Ap di far ripartire il Ponte sullo Stretto. Circa la metà delle proposte sono state fermate per mancanza di coperture, le altre perché estranee per materia alla legge di Bilancio. In ogni caso saranno votati, tra i circa 3.500 emendamenti rimasti, solo quelli segnalati (con un tetto a 900), più quelli approvati dalle commissioni di merito.
   

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