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Sei anni fa a Casteldaccia ci furono nove morti per un'alluvione

Sei anni fa a Casteldaccia ci furono nove morti per un'alluvione

E nel 2024 l'eccidio di una famiglia di Altavilla per esorcismo

PALERMO, 06 maggio 2024, 17:52

Redazione ANSA

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La villetta allagata a Casteldaccia nel 2018 - RIPRODUZIONE RISERVATA

    Quasi sei anni fa, la notte del 3 novembre 2018, un sabato, l'esondazione del fiume Milicia fece una strage a Castaldaccia: l'acqua raggiunse una villetta dove due famiglie stavano trascorrendo una breve vacanza e uccise nove persone. La più piccola, Rachele, aveva un anno. Il più anziano, Antonio, 65 anni. Oggi il paese a est di Palermo, che dista poco più di venti chilometri dal capoluogo siciliano, assiste a un'altra tragedia. Stavolta a morire sono stati cinque dei sette operai di una ditta privata che stavano eseguendo lavori fognari per conto della municipalizzata palermitana Amap, che si occupa della gestione idrica in città e in alcuni comuni della provincia.

Due storie diverse, ma stesso luogo. Il fiume esondato nel 2018 fa da confine con un altro Comune, Altavilla Milicia, che l'11 febbraio scorso si è svegliato con la notizia di una strage in famiglia: mamma e due figli di 5 e 16 anni uccisi da improvvisati esorcisti (il marito della vittima e una coppia di amici) che dopo l'arresto hanno cominciato a scambiarsi accuse, mentre i sospetti pendono anche sulla terzogenita adolescente.

Tornando alle vittime dell'alluvione del 2018, investite da un fiume di fango che ha travolto la villetta di contrada Dogali Cavallaro, appare chiaro come la tragedia poteva essere evitata se si fosse data esecuzione alla demolizione della costruzione abusiva, data in affitto per 4mila euro l'anno. Una casa costruita in una conca dove l'acqua non poteva avere sfogo. Una sentenza definitiva, l'11 febbraio 2012, aveva condannato i proprietari della casa, Antonino Pace e Concetta Scurria, a 3 mesi per abusivismo edilizio e ad abbattere l'edificio, uno dei tanti tirati su illegalmente lungo la devastata costa del Palermitano a partire dagli anni Settanta.

A Giuseppe Giordano, uno dei sopravvissuti, che a quel tempo aveva 35 anni, è rimasta soltanto la figlia Asia, al tempo dodicenne. Morti la moglie Stefania Catanzaro, 32 anni, il figlio Federico di 15, la piccola Rachele di 1 anno, i genitori Antonino di 65 anni, e Matilde di 57, la sorella Monia di 40 anni, il figlio della donna, Francesco, 3 anni, il fratello Marco, 32 anni. E' ancora: la nonna del piccolo Francesco, Nunzia Flamia, di 65 anni. 
   

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