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Rivolta delle Ong. Chi va in mare, chi invoca la tutela del proprio Stato di bandiera

La Cei va all'attacco

Ong in rivolta, tra chi invoca la tutela del proprio Stato di bandiera e chi annuncia nelle prossime ore di tornare a navigare nel Mediterraneo per continuare a salvare i naufraghi migranti. Monta la rabbia delle organizzazioni non governative dopo l'approvazione in Cdm del decreto che istituisce un apposito codice di condotta con multe e confische per chi non rispetta le nuove regole sui salvataggi in mare: la Sea Eye lo bolla come "illegale" e chiede "protezione" al governo tedesco mentre la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere salperà da Augusta per tornare a navigare nel Mediterraneo nelle ore di Capodanno. E all'indomani dell'approvazione del provvedimento anche il mondo cattolico condanna il dl: "questo decreto cadrà presto, nel senso che è costruito sul nulla", tuona monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni, sottolineando: "è paradossale che uno strumento che in questi anni è stato di sicurezza per almeno il 10% delle persone che sono sbarcate nel nostro Paese e in Europa", cioè le navi delle Ong, "sia considerato uno strumento di insicurezza". Secondo il decreto, le navi potranno transitare e intervenire solo per i soccorsi sotto il controllo e le indicazioni delle autorità territoriali oltre ad essere tenute a formalizzare la richiesta di un porto sicuro già subito dopo la prima operazione di salvataggio, senza sostare in mare per giorni. In caso contrario, sono previste sanzioni per il comandante, l'armatore e il proprietario, fino a 50mila euro, compresa la confisca del mezzo, che deve anche avere una "idoneità tecnica" per la sicurezza nella navigazione. La prima nave che sbarcherà in Italia con il nuovo provvedimento già approvato è la Ocean Viking di Sos Mediterranée, con 113 migranti a bordo, a cui è stato assegnato il porto di Ravenna: l'arrivo è previsto nella tarda mattinata di sabato 31 dicembre. In quelle stesse ore la nave di un'altra Ong, la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, salperà da Augusta: "la strategia del governo - sostengono gli attivisti - ha l'obiettivo di ostacolare le attività di ricerca e soccorso delle Ong. Ma noi continueremo a salvare vite umane". Anche Sea-Eye annuncia battaglia, spiegando che "non seguirà alcun codice di condotta illegale o qualsiasi altra direttiva ufficiale che violi il diritto internazionale o le leggi - spiega la Ong - del nostro Stato di bandiera, nel nostro caso la Germania. Rifiutiamo questo cosiddetto codice e temiamo che ciò possa portare a conflitti con le autorità italiane. Ci aspettiamo che il governo tedesco ci protegga". Parole simili da Emergency, la quale ricorda anche che "quasi 1.400 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale quest'anno" e "le conseguenze di questo provvedimento saranno l'aumento dei morti in mare". Altrettando critico è il quotidiano cattolico Avvenire che in un editoriale di prima pagina sul decreto sicurezza dal titolo "L'altra guerra senza senso", scrive: "a scorrere l'elenco delle prescrizioni governative sembra che le navi umanitarie trasportino 'rifiuti pericolosi'".

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