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Montereale epicentro del terremoto. Distrutto dal sisma del 1703

Testimone: 'Scosse fortissime, siamo fuggiti'

Montereale è un comune della provincia dell'Aquila, posto alle pendici settentrionali del Gran Sasso. Un territorio vasto, coperto di faggete e castagneti e punteggiato da decine di piccole frazioni appoggiate sui fianchi dei rilievi montuosi che d'inverno si coprono di neve, con temperature polari, poco distante da Amatrice (appena 25 chilometri, il confine tra Abruzzo e Lazio è a metà strada). Montereale è uno dei tanti centri dell'Abruzzo montano che da sempre convivono con i movimenti della crosta terrestre. Il devastante terremoto del 1703, che distrusse L'Aquila, l'aveva quasi completamente cancellata. Di quel passato restano il palazzo del '500 che aveva ospitato Margherita d 'Austria, la torre civica, alcuni conventi.

Nel 2009 Montereale ha subito i pesanti effetti del terremoto dell'Aquila: crolli e lesioni degli edifici, chiese e scuole con I portoni sbarrati. Per tutto il 2010 movimenti tellurici hanno provocato l'attivazione della faglia che passa da Montereale al comune di Capitignano: circa 400 scosse fino al grado 4 della scala Richter hanno scandito il passaggio di quei mesi, senza per fortuna fare vittime. Poi qualche anno di tregua per i 2500 residenti, in gran parte artigiani, agricoltori e boscaioli.

La riapertura della Chiesa del Beato Andrea aveva fatto sperare in un ritorno alla normalità . Ma la paura è tornata ad agosto dello scorso anno, quando la vicina Amatrice è stata rasa al suolo e il paese si è dovuto riabituare ai transennamenti e alla presenza della protezione civile. "Da allora - dicono in paese - ogni nuova scossa è stata un nuovo brivido. Alla paura non ci si abitua mai. Ma nessuno se ne è andato".

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