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Legge elettorale: tra Renzi e Berlusconi è fumata nera

Leader di Forza Italia avrebbe preso tempo

ROMA, 5 NOV - Il patto del Nazareno subisce il suo primo brusco stop. Matteo Renzi ha deciso di chiudere il tempo delle meline e dei tatticismi: "in un modo o nell'altro", secondo il premier, la riforma elettorale va approvata entro l'anno. Una fretta che l'ex Cavaliere guarda con crescente sospetto, temendo, nonostante le rassicurazioni, che l'ok all'Italicum porti dritto al voto in primavera. Per questo, insistendo anche sulle tensioni dentro Fi, nell'incontro di oltre due ore a Palazzo Chigi, Berlusconi avrebbe preso tempo sulle modifiche proposte dal leader Pd, rinviando una decisione a domani. Nel pranzo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, più che le cordialità e le battute, tipiche dei precedenti faccia a faccia, aleggiava nervosismo e diffidenza. Il premier, che aveva cercato l'incontro per chiudere l'intesa, ha proposto all'ex premier, accompagnato da Gianni Letta e Denis Verdini, un premio di maggioranza alla lista che raggiunge il 40 per cento. Per favorire le coalizioni e venire incontro a Fi, Renzi avrebbe offerto la disponibilità ad alzare al 5 per cento la soglia di sbarramento, ipotesi temutissima dai piccoli partiti, Ncd in testa. L'ultimo punto del nuovo Italicum prevede una rimodulazione 70-30 del rapporto tra preferenze e liste bloccate proprio come il Mattarellum.

"Un'ipotesi da concordare con gli alleati" ammette Maria Elena Boschi. Facendo capire quello che è il vero pensiero espresso dal premier a Berlusconi: possiamo discutere e concordare sui vari tecnicismi ma "sui tempi non sono più disposto a fare concessioni". Di primo mattino, riunendo ministri e stato maggiore del partito, il presidente del consiglio aveva indicato l'avanti tutta sulla riforma elettorale, chiedendo ad Anna Finocchiaro di incardinare il testo in commissione Affari Istituzionali in Senato. Ma l'accelerazione necessita del totale appoggio di Silvio Berlusconi. Che invece non ha ancora deciso se dare carta bianca a Renzi anche a costo di spaccare il partito. Per questo l'ex premier, raccontano fonti azzurre, avrebbe preferito rinviare il pranzo di oggi ma Denis Verdini avrebbe insistito spiegando che, in caso di rifiuto, il leader Pd sarebbe andato avanti in ogni caso. "Se Berlusconi vuole andare avanti con il Patto - spiega il premier ai suoi al termine dell'incontro - va bene ma non mi faccio fermare dai miei, figuriamoci se mi faccio rallentare dalle tensioni di Fi". Al termine del colloquio, il Cavaliere avrebbe chiesto a Renzi 24 ore e di aspettare l'esito dell'assemblea Fi di domani. Assemblea che, in tarda serata, è stata rinviata alla prossima settimana causa rischio maltempo sulla Capitale, almeno questa è la spiegazione ufficiale. Ma Berlusconi ha capito benissimo dalla determinazione del presidente del Consiglio che il rischio è di essere tagliato fuori dal patto sulle riforme. La convocazione per lunedì prossimo di un vertice di maggioranza sulle riforme è un chiaro campanello di allarme a Fi. Il premier, spiega una fonte di maggioranza, "è pronto a cambiare schema ed approvare la legge elettorale con la maggioranza di governo, i numeri ci sono". O peggio il leader Pd potrebbe riaprire il forno del dialogo con i grillini che, dimostra l'intesa sui nomi per la Consulta, sta dando frutti mentre, spiegano fonti di governo, "l'indecisione di Forza Italia sta impedendo che la vicenda si sblocchi".

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