(ANSA) - CAGLIARI, 15 MAR - Croccante, dalle nuances rosa e
bianco, dolcissima, versatile in cucina e altamente digeribile.
La cipolla di San Giovanni Suergiu entra a far parte dell'elenco
Nazionale dei prodotti tradizionali.
La specialità della cittadina del Sulcis ha ottenuto il
riconoscimento ministeriale Pat, Prodotto Alimentare
Tradizionale. La certificazione che ne attesta origine e qualità
è frutto di una sinergia tra l'amministrazione comunale guidata
da Elvira Usai, l'antropologa Alessandra Guigoni, che ha seguito
l'iter per Regione e Ministero, il Comitato per la festa
patronale del paese, l'apporto di cinque giovani agricoltori di
San Giovanni Suergiu.
È il 198/o prodotto sardo e il secondo del Sulcis dopo il
Fagiolo bianco di Terraseo di Narcao ad avvalersi del marchio.
"Un iter entusiasmante e faticoso, un bel lavoro di squadra
impreziosito dai racconti di anziani e centenari del paese -
esulta la sindaca Elvira Usai - questo prodotto identitario di
nicchia che viene coltivato da oltre un secolo, rappresenta una
bella opportunità economica".
Ottima nella variante Pane e cipolla 'pani cun cipudda',
focaccia ripiena di cipolla e olive preparata al forno, si
abbina bene al tonno e all'uovo.
Fino agli anni '60 alla cipolla di San Giovanni Suergiu
veniva dedicata la sagra, tradizione che è andata perduta ma che
da alcuni anni è tornata in auge grazie al comitato per la festa
padronale. "La cipolla è ricca di proprietà organolettiche
vitamine e oligoelementi, è ipocalorica, diuretica e depurativa
per cui era già sacra agli Egizi", sottolinea Alessandra
Guigoni.
Alla cipolla l'amministrazione comunale dedicherà una cinque
giorni tra degustazioni, convegni e show cooking, una settimana
prima della festa patronale di San Giovanni Battista, che cade
il 24 giugno. "E' stato avvincente ricostruire la storia della
cipolla di San Giovanni, che vanta delle solide tradizioni -
aggiunge Alessandra Guigoni - perché si coltiva in quella
località da generazioni. Inoltre matura proprio nel periodo
della festa patronale che scherzosamente viene chiamata 'sa
festa de sa cipudda' dai sulcitani". (ANSA).