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Menù senza ricci in 40 ristoranti sardi

Echinodermi a rischio. Esercenti lanciano campagna salvaguardia

Prima erano dieci, poi sono diventati trenta. E ora siamo già a una quarantina di adesioni: cresce il numero dei ristoranti e delle pizzerie che quest'anno rinunceranno a servire i ricci per salvare i gustosi echinodermi dal rischio estinzione. Una questione di pancia (in fondo l'obiettivo è quello di poterli ancora mangiare il futuro), ma anche di testa: "Una presa di coscienza- spiega all'ANSA Massimo Melis Danielli,titolare di un pub che ha lanciato la campagna di salvaguardia dei ricci- che in Sardegna si sta manifestando già con la cura e il rispetto delle spiagge e dell'ambiente. Tante persone stanno sposando questa causa. Io sono ghiotto di ricci, ma di fronte al pericolo che in mare ce ne siano sempre di meno, rinuncio a metterli nel mio piatto".

Qualcuno a Cagliari ha appeso alla porta una locandina con la scritta "Io non riccio".Per Cagliari la degustazione del riccio è un misto tra tradizione e rito: nelle giornate di sole, anche in pieno inverno, l'assaggio in riva al mare é quasi un dovere. Un rispetto per il riccio che ora sta coinvolgendo anche le associazioni di commercianti. Il messaggio è chiaro: "Chiediamo agli operatori maggior attenzione e un poco di pazienza per quanto riguarda il consumo della polpa di ricci- spiega Davide Marcello, presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari- cercando di limitarne l'uso oggi per permettere ai ricci di ripopolare i nostri mari e per far sì che domani si possa continuare a utilizzarli per la preparazione delle prelibatezze alle quali i nostri ristoratori ci hanno abituato.

Crediamo fortemente che con maggior attenzione e sensibilità da parte di tutti si possa salvaguardare un bene collettivo e identitario come la polpa di ricci nella nostra tradizione culinaria". E ancora: "La diminuzione della produzione dei ricci sta generando preoccupazione tra i nostri associati-sottolinea Emanuele Frongia, Vice Presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari e Responsabile provinciale della Fiepet (la federazione dei pubblici esercizi aderente a Confesercenti)- sia per quanto riguarda la difficoltà nel reperimento della materia prima, sia per i prezzi che, verosimilmente tenderanno a salire".

REGIONE, NESSUN ALLARMISMO. "Nessun allarmismo eccessivo deve investire l'intera filiera del riccio poiché, nel rispetto delle nuove regole, si possono garantire gli equilibri ambientali, il lavoro dei pescatori e i gusti dei consumatori". Così l'assessorato regionale dell'Agricoltura nel giorno delle polemiche sui costi del pescato e dall'appello lanciato da un gruppo di ristoratori per togliere i ricci dal menù in segno di protesta con le nuove disposizioni.

"L'azione di monitoraggio sugli stock in mare sarà costantemente aggiornata attraverso il lavoro dei tecnici dell'Agenzia Agris Sardegna in collaborazione con i ricercatori delle Università - fanno sapere gli uffici - Sostenibilità della risorsa, contrasto al prelievo e alla vendita abusiva dei ricci di mare, sono i temi cardine che hanno dato origine al nuovo calendario e alla normativa vigente per questa stagione. Una ragionevole preoccupazione supportata dai rilievi scientifici sulla sostenibilità ambientale, ha imposto ragionamenti sulla riduzione della quantità di pescato e delle giornate di prelievo in mare"
   

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