(ANSA) - ROMA, 18 FEB - Il Covid ha mostrato la fragilità
delle strutture in cui, per necessità delle famiglie, vengono
istituzionalizzati gli anziani e i disabili. Una questione alla
quale ha fatto riferimento anche il premier Mario Draghi, nel
suo discorso per la fiducia, parlando dell'assistenza sanitaria
sul territorio. "Abbiamo molto apprezzato le sue parole perché
la casa è il principale luogo di cura", commenta con l'ANSA il
presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo.
"Oggi grazie alla telemedicina e all'assistenza domiciliare
integrata questo può essere realizzato. Da molti anni come
Comunità di Sant'Egidio stiamo lavorando per superare la vecchia
abitudine italiana di optare per la lungodegenza" per anziani e
disabili. Questo infatti talvolta crea più problemi delle stesse
patologie di cui sono affetti. "L'isolamento degli anziani è la
prima causa di morte", sottolinea Impagliazzo. Inoltre occorre
uscire dalla tentazione di "scegliere" chi curare, che ancora si
sente da notizie che arrivano da altri Paesi. "La sanità deve
essere per tutti, non può essere selettiva".
La questione, per Impagliazzo, è "sostenere le famiglie che
non hanno nessuna intenzione di lasciare anziani e malati negli
istituti, e finora sono state investite per questo cifre
ridicole. Le parole di Draghi annunciano una possibile
inversione di tendenza". Una scelta, quella del premier, che
arriva dopo il lavoro della Commissione governativa per la
riforma dell'assistenza degli anziani guidata da monsignor
Vincenzo Paglia che immagina un piano della terza età che porti
ad una assistenza integrata che consenta di restare nella
propria casa anche nell'ultimo tratto di vita. "Una prospettiva
che può anche fare da volano alla creazione di nuova
occupazione. Ci sono migliaia di persone - ricorda il presidente
di sant'Egidio -, soprattutto immigrati, che già lavorano nel
settore della cura della persona. Il rafforzamento
dell'assistenza domiciliare integrata potrebbe creare nuovi
posti in un'Italia in cui il lavoro manca".
"Draghi sembra attento anche su questo versante quando ha
citato i dati Caritas sulla povertà che come Sant'Egidio
verifichiamo ogni giorno, con l'aumento esponenziale delle
persone, italiani e immigrati, che hanno perso il lavoro perché
avevano contratti a tempo, erano precari, o lavoravano nel
turismo, nella ristorazione, nelle pulizie. Il lavoro potrà
arrivare dal rafforzamento della sanità territoriale, come
dicevamo, e anche dalla green economy. Ma in ogni caso occorre
rafforzare il sistema di welfare", conclude Impagliazzo. (ANSA).