(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 15 MAG - "Mentre tristemente nel
mondo crescono le distanze e aumentano le tensioni e le guerre,
i nuovi santi ispirino soluzioni di insieme, vie di dialogo,
specialmente nei cuori e nelle menti di quanti ricoprono
incarichi di grande responsabilità e sono chiamati a essere
protagonisti di pace e non di guerra". Chiudendo la messa in cui
ha proclamato dieci nuovi santi, e introducendo la preghiera del
Regina Caeli, papa Francesco non perde l'occasione per un nuovo
richiamo sui conflitti internazionali. Ad acclamarlo sono
presenti in Piazza San Pietro 50 mila persone, per lo più dai
Paesi d'origine dei dieci elevati alla venerazione universale:
oltre che dall'Italia, nazione di cinque canonizzati, da
Francia, con tre, India e Olanda, con uno ciascuno.
Tra i nuovi santi, spiccano i nomi del religioso francese
Charles de Foucauld (1858-1916), esploratore del Sahara e
studioso della lingua e cultura dei Tuareg, pioniere del dialogo
con civiltà e fedi diverse. E del prete olandese Titus Brandsma
(1881-1942), giornalista martire del nazismo, ucciso a Dachau.
C'è anche il primo indiano, Lazzaro detto Devasahayam
(1711-1752), ex ufficiale assassinato per la sua conversione al
cristianesimo. Gli altri sono tutti religiosi fondatori di
ordini ecclesiastici: i francesi Cesar De Bus (1544-1607) e
Marie Rivier (1768-1838). Quindi i cinque italiani: il
bergamasco Luigi Maria Palazzolo (1827-1886), il napoletano
Giustino Maria Russolillo (1891-1955), la piemontese morta in
Uruguay Maria Francesca di Gesù Rubatto (1844-1904), la
palermitana Maria di Gesù Santocanale (1852-1923) e la veneta
Maria Domenica Mantovani (1862-1934).
I vari Paesi sono rappresentati sul sagrato della Basilica
dalle delegazioni ufficiali, quella italiana guidata dal
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il Papa non
manca di salutare al Regina Caeli. Ne fa parte anche il sindaco
di Bergamo Giorgio Gori. "È bello constatare che, con la loro
testimonianza evangelica, questi santi hanno favorito la
crescita spirituale e sociale delle rispettive Nazioni e anche
dell'intera famiglia umana", sottolinea Francesco.
Tra le notizie consolanti di questa festa della fede, il
fatto che l'85/enne Bergoglio si mostra in buone condizioni
rispetto al dolore al ginocchio destro che lo perseguita da
mesi: malgrado la difficoltà a camminare, lascia da parte la
sedia a rotelle usata negli ultimi giorni e conduce con
sicurezza una messa che lo tiene in piedi per quasi due ore. Al
termine anche il bagno di folla nel giro in 'papamobile'. Il suo
amico teologo Victor Manuel Fernandez, arcivescovo di La Plata,
su Twitter dice di averlo trovato "in ottima salute", per il
problema al ginocchio "ogni giorno si sottopone a più di due ore
di riabilitazione, che sta dando risultati", e "a parte questo,
sta meglio che mai".
Durante la messa, quando dopo la 'petitio' del cardinale
prefetto delle Cause dei Santi Marcello Semeraro e la lettura
delle biografie, Francesco pronuncia la formula di
canonizzazione dei nuovi santi, un grande applauso si leva dalla
piazza. "La santità non è fatta di pochi gesti eroici, ma di
tanto amore quotidiano", spiega nell'omelia. "Sei una consacrata
o un consacrato? - ce ne sono tanti, oggi, qui - Sii santo
vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato o sposata? Sii
santo e santa amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua
moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore,
una donna lavoratrice? Sii santo compiendo con onestà e
competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli, e lottando
per la giustizia dei tuoi compagni, perché non rimangano senza
lavoro, perché abbiano sempre lo stipendio giusto. Sei genitore
o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a
seguire Gesù. Dimmi, hai autorità? - e qui c'è tanta gente che
ha autorità - Vi domando: hai autorità? Sii santo lottando a
favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi
personali". "Questa è la strada della santità, così semplice!
Sempre guardare Gesù negli altri. Servire il Vangelo e i
fratelli, offrire la propria vita senza tornaconto - questo è un
segreto: offrire senza tornaconto -, senza ricercare alcuna
gloria mondana: a questo siamo chiamati anche noi", conclude il
Papa. (ANSA).