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Governo: Cei, soluzione sia al servizio dei cittadini

"Tante criticità e 'fratture', all'Italia serve riconciliazione"

    I vescovi italiani guardano "con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso", in "uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo", e auspicano "che la classe politica collabori al servizio dei cittadini, uomini e donne, che ogni giorno, in tutta Italia, lavorano in operoso silenzio", e "che si giunga a una soluzione che tenga conto delle tante criticità". Proprio nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte rassegna il suo mandato nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella, il cardinale presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, esprime l'apprensione della Chiesa italiana dinanzi alla crisi di governo.

    "Come pastori dobbiamo farci interpreti ed essere voce delle molteplici fragilità, perché nessuno sia lasciato solo", dice aprendo in videoconferenza i lavori del Consiglio episcopale permanente. Inoltre "i prossimi mesi - non dimentichiamolo - saranno cruciali per la ricostruzione del sistema-Paese. Un tema su cui intendiamo dare il nostro contributo progettuale".

    La premessa di Bassetti è che, comunque, "la Chiesa, giova ricordarlo, non è di questa o di quell'altra parte. Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona e di ognuno insieme agli altri, quello di cui c'importa è la vita delle persone, quello che sosteniamo è il nostro Paese".

    La volontà di guardare "al futuro, i cui contorni sembrano offuscati da questo complicato presente", segnato nel profondo dalla pandemia - lo stesso Bassetti ricorda di essere reduce dalla "strada tortuosa del Covid-19" -, pervade l'introduzione del presidente Cei, per il quale "il nostro compito di pastori oggi si configura anzitutto come opera di riconciliazione". In primo luogo "fraterna, assumendo i panni della collaborazione e della solidarietà". Poi "politica, ricucendo il tessuto sociale lacerato dalle fatiche economiche e sociali". E ancora "con la scienza, nel senso di un'acquisizione responsabile delle conquiste come reale contributo al benessere di tutti".

    "Riconciliazione...", ribadisce, "un dono da far fruttare con fraternità e solidarietà". E per Bassetti, proprio "il dono" della riconciliazione "c'impegna, come cristiani e cittadini, a una risposta di comunione e corresponsabilità", dinanzi alle varie "fratture" che la pandemia ha generato nella società "coinvolgendo tutti i legamenti che tengono uniti i nostri territori". Elenca così la "frattura sanitaria", avvertendo che "la responsabilità cristiana e civile di proteggere se stessi è intrinsecamente unita alla responsabilità verso gli altri", e che "oggi, grazie alla vaccinazione, vi sono i presupposti per far sì che un atto di protezione individuale possa divenire strumento di protezione collettiva".

    Quindi la "frattura sociale", che deve "interrogare le coscienze e allarmare le Istituzioni e le agenzie educative tutte: solitudine, isolamento sociale, aumento delle malattie legate al disagio mentale, impennata di suicidi", tanto da rendere "necessario sviluppare un vaccino per la salute della mente o, come l'ha chiamato il Santo Padre, un vaccino per il cuore".

    E ancora la "frattura delle nuove povertà", che presenta "dati deflagranti" in termini di "sovraindebitamento di famiglie e imprese", se si guarda alle cifre della Consulta antiusura (7,5 milioni di persone "divenute insolventi", 6,5 milioni "in fallimento 'tecnico' per debiti") e delle Caritas (tra maggio e settembre 2020 l'incidenza dei "nuovi poveri" è passata dal 31% al 45% rispetto all'anno precedente). Non ultima, la "frattura educativa", riconoscendo "quanto le realtà educative abbiano bisogno di essere sostenute dalla collaborazione di tutti".

    Oltre alla Cei, sono tutte le realtà del mondo cattolico a guardare con forte preoccupazione alla crisi in atto. Famiglia Cristiana, dopo aver sentito alcuni tra i maggiori leader dell'associazionismo ecclesiale, sintetizza che è "folle andare al voto in piena pandemia". E anche Oltretevere l'allarme è evidente, se è vero che il di solito misuratissimo Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, parla di "una crisi, quella italiana, che si apre in un momento delicatissimo".

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