(ANSA) - POTENZA, 16 FEB - La quarta sezione penale della
Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di
condanna per il crollo - avvenuto nel 2014 - di uno stabile di
vico Piave a Matera, pronunciata dalla Corte d'Appello di
Potenza, nella parte in cui si riferisce a due degli imputati.
In particolare, la decisione della Suprema Corte riguarda
l'ingegner Emanuele Pio Lamacchia Acito, strutturista addetto
all'ufficio opere pubbliche del Comune di Matera, e Delia Maria
Tommaselli (dirigente del Comune di Matera del settore opere
pubbliche), entrambi condannati in primo grado, con pena
sospesa, a un anno e sei mesi di reclusione per omicidio colposo
e, in secondo grado condannati ai soli effetti civili. I due
sono stati difesi dagli avvocati Pignatari e Perroni.
Conseguentemente la Cassazione ha disposto l'annullamento
della condanna del comune di Matera, responsabile civile. La
Corte ha, invece, confermato la sentenza a carico degli altri
imputati.
L'11 gennaio 2014 il crollo della palazzina, in pieno centro
storico, causò la morte di due persone, la trentaduenne Dina
Antonella Favale, il cui cadavere fu trovato sotto le macerie, e
Nicola Oreste, che morì tre mesi dopo per le ferite riportate.
Il processo di primo grado si concluse il 17 dicembre del
2019 con sei condanne - comprese tra quattro anni e un anno e
sei mesi di reclusione - e tre assoluzioni. Poi, il 17 dicembre
2021 la Corte d'Appello di Potenza prosciolse per prescrizione,
essendo trascorsi sette anni e mezzo dal reato, tutti e sei gli
imputati dall'accusa di omicidio colposo, e ridusse le pene per
altri tre condannati in primo grado. (ANSA).