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Regionali: primarie Centrosinistra in Veneto, vince Moretti

I dati definitivi vedono l'europarlamentare Alessandra Moretti vincere con il 66,44%

Si è concluso lo scrutinio delle primarie del centrosinistra in vista delle regionali del Veneto. I dati definitivi vedono l'europarlamentare Alessandra Moretti vincere con il 66,44% (25.842 voti), seguita dalla senatrice Simonetta Rubinato con il 29,2% (11.391) e dal consigliere regionale dell'Idv Antonino Pipitone con il 4,2% (1.663). Il totale dei votanti sfiora i 40 mila (39.476).

Cambiare la 'storia' del Veneto, di una regione governata da un ventennio dal centrodestra, prima con i cinque lustri a firma Giancarlo Galan poi dal 2010 con il leghista Luca Zaia. Alessandra Moretti, che ha vinto la sfida per le primarie del centrosinistra in Veneto, si carica sulle spalle un compito non certo facile, vista anche la tradizione politica del Veneto, ma le urne delle primarie l'hanno designata e comincia la corsa per arrivare all'obiettivo.

"E' la certezza del merito: il Veneto merita questa vittoria. A vincere non sono io, ma tutti noi veneti", dichiara. L'europarlamentare nella sfida a tre ha battuto la compagna di partito Simonetta Rubinato e Antonino Pipitone, consigliere regionale dell'Idv. E' la prima volta che una donna concorre nel confronto diretto per la guida della Regione. A fine giornata, negli oltre 600 seggi messi in piedi dalla macchina organizzativa - a forte impronta Pd -, hanno espresso la loro preferenza circa 40mila persone. Un dato considerato "buono", in linea con quelle che erano le aspettative delle ultime settimane, anche se erano state state stampate circa 70mila schede. Già alle 16, in casa Pd si tirava un sospiro di sollievo, con 26 mila persone votanti; quasi 6.000 in più rispetto agli iscritti al partito nel 2013. Insomma, il rischio 'Emilia' era superato a metà giornata.

"Il desiderio di cambiamento dei cittadini - dice Roger De Menech, segretario regionale del Pd - è stato predominante rispetto alla tentazione dell'astensionismo. Chi prevedeva un flop è rimasto deluso. Ora comincia la sfida vera per una regione giusta, onesta e prospera. Per le primarie è stata una sfida vera senza protagonismi, ma con l'interesse comune di superare il centrodestra" La partita vera per arrivare al candidato 'anti Zaia' è cominciata meno di un mese fa, il 2 novembre, dopo settimane di voci sussurrate su possibili candidature uniche (e il nome che girava era Moretti), di mezzi annunci e di riunioni in casa Pd, anche romane, per sciogliere il nodo non andate a buon fine.

L'orizzonte nero che si stava profilando è stato cancellato quel giorno dal Pd veneto con due colpi a raffica: a metà pomeriggio, con una nota, Alessandra Moretti ha annunciato la sua 'discesa in campo' con una richiesta - urne aperte "entro la fine di novembre" - e a sera l'esito della direzione regionale. Al termine di una riunione piuttosto accesa, il Pd aveva deciso i tempi e i modi per le candidature e aveva fissato la data delle primarie al 30 novembre. Voti a favore 42, un contrario e tre astenuti. Una 'scaletta' accolta non con piacere da Simonetta Rubinato, l'unica che aveva già annunciato di voler presentarsi per la sfida, e che ha fatto sentire in riunione la sua voce critica. Da quel momento, però, è cominciata la corsa alla raccolta delle firme a sostegno della candidature da presentare entro il 17 novembre. Alla fine, ne è uscita una 'gara' a tre: oltre alle due rappresentanti del Pd, l'outsider Pipitone. Nelle due settimane di campagna 'elettorale' - segnate anche dal gossip dei media sulle frasi della Moretti riguardo alle visite all'estetista - le due sfidanti si sono tenute ben distanti una dall'altra e una certa aria di 'gelo' è caduta solo davanti ai sostenitori venerdì scorso quando una stretta di mano ha siglato il patto: l'unico obiettivo è scalzare Zaia da Palazzo Balbi.

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