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Casinò, ex presidente Valle d'Aosta e assessore indagati per truffa

Inchiesta su finanziamenti pubblici a casa da gioco valdostana

 L'ex presidente della Regione Valle d'Aosta Augusto Rollandin e l'ex assessore al Bilancio Mauro Baccega sono indagati dalla procura di Aosta per concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nell'ambito dei finanziamenti al Casinò di Saint-Vincent.
    L'inchiesta, che non è ancora chiusa, è la stessa che nel giugno scorso aveva portato a indagare l'ex assessore al Bilancio Ego Perron, gli amministratori della casa da gioco Luca Frigerio (dal 2008 al 2015) e Lorenzo Sommo (dal 2015 al 2017) e i membri del collegio sindacale della Casinò de la Vallée spa Laura Filetti, Fabrizio Brunello e Jean Paul Zanini.
    Per Rollandin, Baccega e Perron viene ipotizzata solo la truffa, per gli altri anche il falso in bilancio. Le ipotesi di reato si riferiscono alla presunta falsificazione dei bilanci della casa da gioco per creare piani di sviluppo, in base ai quali ottenere finanziamenti pubblici.
   Nei giorni scorsi Rollandin e Baccega hanno ricevuto un invito a presentarsi per rendere interrogatorio in procura lunedì 5 febbraio. Invito che, obbligatoriamente per legge, si accompagna ad un avviso di garanzia. Come gli altri indagati avevano fatto nel luglio scorso, hanno scelto di non comparire davanti al magistrato in questa fase delle indagini. La notizia, anticipata dal sito web Aostacronaca, è stata confermata all'Ansa dagli inquirenti. Secondo la procura, in particolare, negli anni è stato incrementato il credito di imposte anticipate in assenza di una prospettiva attendibile per la società di tornare in utile negli esercizi successivi. In base alle indagini, nel 2012 le reali perdite della società erano state di 25 milioni, a fronte dei 18 dichiarati; nel 2013 29 anziché 21; nel 2014 26 anziché 19; nel 2015 46,6 anziché 18,5. Le perdite erano emerse nel dicembre 2016, quando gli amministratori del Casinò sostennero l'impossibilità di continuare a ipotizzare redditi futuri vista la difficile situazione della casa da gioco. L'inchiesta della guardia di finanza è coordinata dal pm Eugenia Menichetti sotto l'egida del procuratore capo Paolo Fortuna.

Casinò: pm, falsi bilanci per finanziare casa da gioco  - Secondo la procura di Aosta gli ex assessori regionali al Bilancio Augusto Rollandin (ad interim, dall'8 febbraio 2012 al 25 luglio 2012), Mauro Baccega (dall'8 luglio 2013 al 10 giugno 2014), attuale assessore alle Opere pubbliche, ed Ego Perron (dal 10 giugno 2014 al 10 marzo 2017), sospeso dal dicembre scorso in base alla legge Severino, "procuravano a Casinò de la Vallée spa un ingiusto profitto" facendo conseguire "finanziamenti regionali" alla casa da gioco nonostante fossero "consapevoli della reale situazione patrimoniale" e "della inconsistenza dei piani di sviluppo". I tre infatti, secondo gli inquirenti, hanno indotto "in errore con artifici e raggiri, la Regione autonoma Valle d'Aosta, che deliberava i finanziamenti, e la sua partecipata Finaosta, cui è demandato il servizio di tesoreria regionale.
In particolare avrebbero dissimulato nei bilanci" la "reale consistenza delle perdite (in modo da poter formulare piani industriali di sviluppo in realtà irrealizzabili) e la prospettiva negli anni a seguire di conseguire ulteriori risultati negativi di esercizio, nonché, quanto al solo Baccega, con raggiri consistiti nell'omettere di evidenziare, in sede di approvazione della delibera concernente la ricapitalizzazione" del Casinò "per 60 milioni di euro, che il presupposto necessario per deliberare la ricapitalizzazione (perdite registrate superiori ad un terzo del capitale sociale) non si era in realtà verificato".

Il presunto "ingiusto profitto" si è concretizzato, secondo la procura di Aosta, in alcuni finanziamenti e in un aumento di capitale, per un totale di 140 milioni di euro. A partire dal mandato a Finaosta per la stipula di due mutui da complessivi 50 milioni di euro ("delibera della giunta regionale del 20 luglio 2012") per "il piano di sviluppo della casa da gioco e del complesso alberghiero". Ma anche, nel settembre 2013, con il mutuo da 10 milioni per i "maggiori oneri del piano di sviluppo" attraverso la gestione speciale Finaosta, "al tasso del 6 per cento, poi rideterminato nell'agosto del 2014 al 3,28 per cento e nel dicembre 2015 all'1 per cento".

In aggiunta a questi mutui, la procura fa rientrare nel presunto "ingiusto profitto" l'"aumento di capitale" da 60 milioni dell'ottobre 2014 e il finanziamento da 20 milioni del dicembre 2015, attraverso la gestione speciale Finaosta, al tasso dell'1 per cento. Si tratta degli stessi provvedimenti e della stessa cifra complessiva (140 milioni) che la procura regionale della Corte dei conti contesta a 21 consiglieri ed ex consiglieri regionali e a un dirigente. Inoltre, tornando al piano penale, i tre indagati avrebbero commesso "atti idonei diretti in modo univoco ad acquisire ulteriori finanziamenti nel corso del 2017".

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