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Fondi Vda a Casinò: procuratore Corte dei conti, spese personale causa crisi

Nel dettaglio le contestazioni mosse dal procuratore della Corte dei Conti ai 22 indagati

"Quella porzione di risorsa confluita nella spesa per il personale ha rappresentato la vera causa della conservazione di un plesso aziendale strutturalmente non in grado di autosostenersi". Lo scrive il procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d'Aosta, Roberto Rizzi, nell'invito a dedurre inviato a 21 politici e a un dirigente regionale, tutti coinvolti nell'inchiesta sui finanziamenti alla casa da gioco di Saint-Vincent.

Un casinò "impegnato non nella nobile missione di assicurare bisogni primari e insopprimibili (circostanza che, forse, potrebbe giustificare il reiterato soccorso pubblico), bensì ludiche distrazioni (per di più, non a beneficio della popolazione valdostana" visti i limiti di accesso al gioco d'azzardo per la popolazione locale. "Costituisce fatto notorio", scrive Rizzi, che "il mantenimento dei livelli occupazionali e delle (spesso) generose retribuzioni accordate sono fattori fondamentali di intercettazione e consolidamento del consenso politico".


'Violata disciplina aiuti Stato'  - Il Casinò di Saint-Vincent "ha beneficiato di una vigorosa assistenza finanziaria, realizzata però, in evidente violazione del divieto, posto dalla disciplina comunitaria, di aiuti di Stato, nonché in contrasto con gli inderogabili precetti previsti dalla legislazione nazionale e da quella regionale, ignorando del tutto i fondamentali canoni dell'economicità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa", rileva ancora il procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d'Aosta, Roberto Rizzi.

Il procuratore regionale ha messo in evidenza inoltre una "variegata gamma di aiuti", dalla "riduzione dei tassi di interesse sui mutui" dal 6% all'1%, alla "elisione di una quota consistente (30 milioni di euro) del debito nei confronti della consorella Finaosta" alla riduzione "dal 40% al 10% della quota di introiti lordi dei giochi che la società è tenuta a corrispondere alla Regione" fino al "fondo alimentato con la percentuale del 6% degli introiti di spettanza della Regione relativi all'anno precedente". Provvedimenti, secondo Rizzi, "frutto, per lo più, di alchimie finanziarie elaborate ricorrendo ad architetture complesse, non sempre di agevole decriptazione e con taluni connotati di dubbia coerenza con gli imperativi precetti posti a presidio di principi del diritto societario e del diritto dell'Unione europea".

'Finanziamenti irrazionali' - "E' stata portata avanti non una, seppur discutibile, iniziativa di sostegno ad un processo di innovazione strategica, dagli incerti esiti, di una società controllata in perdurante crisi, ma un'irrazionale e consapevole allocazione di cospicue risorse pubbliche per il sostegno di un soggetto imprenditoriale non in grado, in base agli inequivoci segnali di contesto, di assicurare ragionevoli equilibri dei saldi della gestione", scrive ancora il procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d'Aosta. Tutto questo è, secondo Rizzi, "in palese contrasto con gli imperativi principi posti a presidio dell'intervento pubblico nelle comuni attività imprenditoriali, in violazione di vincoli modali che la legislazione regionale aveva specificamente imposto alle iniziative di finanziamento a beneficio del Casinò, nonché disattendendo i basilari precetti dell'economicità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa".

Secondo il procuratore regionale "le reiterate iniezioni di liquidità, presentano aspetti di palese illegittimità per l'omessa elusione del vincolo modale, che imponeva la canalizzazione dell'iniziativa di ausilio finanziario nella programmazione tipica della legge finanziaria regionale".

Ci fu eccessivo ottimismo - Ci fu "eccessivo ottimismo dei pronostici" nell'ambito della concessione dei mutui regionali al Casinò di Saint-Vincent, secondo Roberto Rizzi. Una situazione che Finaosta, all'epoca della concessione del mutuo da 50 milioni di euro, nel 2012, "aveva percepito": "l'unica vera, rassicurante garanzia della sostenibilità del gravoso carico finanziario - scrive Rizzi commentando un verbale della finanziaria regionale - è rappresentata dall'aspettativa di interventi di sostegno della Ravda".


Non rilevate 28,1 mln perdite - "La contabilizzazione di imposte anticipate ha consentito", negli esercizi dal 2012 al 2015, "di evitare la rilevazione di ulteriori perdite per un importo corrispondente a 28.107.680 euro". Lo scrive ancora il procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d'Aosta, Roberto Rizzi, nell'invito a dedurre inviato a 21 politici e a un dirigente regionale, tutti coinvolti nell'inchiesta sui finanziamenti al Casinò di Saint-Vincent. "A tale importo - aggiunge - avrebbe dovuto essere correlata la ragionevole certezza di conseguire utili di bilancio pari a circa 110 milioni di euro".

Secondo Rizzi la misura agevolativa delle imposte anticipate, "una tra le più frequenti ed efficaci modalità di manipolazione delle poste in bilancio", porta con sé il rischio insito che "le perdite non vengano mai riassorbite". Criticità "già rilevate dal Collegio sindacale e dalla società di revisione Kpmg, nelle rispettive relazioni annesse ai bilanci": infatti "i dati previsionali circa gli introiti futuri e le riduzioni dei costi attese non erano verificabili, in quanto il trend dei ricavi non era coerente con le proiezioni formulate dal management e le ipotizzate riduzioni dei costi erano legate a circostanze prive di reale spessore".

 

 

 

   

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