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Fotografia: Koudelka ridà bellezza ai siti romani e greci

A Forte di Bard, 'Vestiges' del maestro della Primavera di Praga

   (ANSA) - AOSTA, 06 DIC - Gli scatti di un maestro della fotografia mondiale per un viaggio tra i tesori archeologici della cultura romana e greca, custoditi nei Paesi affacciati al Mar Mediterraneo. "Vestiges 1991-2014", il più importante progetto del ceco Josef Koudelka, è ospitato da oggi sino al 3 maggio 2015 al Forte di Bard, imponente fortezza alle porte della Valle d'Aosta.
    Koudelka, classe 1938, è celebre anche per le sue fotografie della Primavera di Praga (1968), delle quali rimase l'autore anonimo per 16 anni nel timore di rappresaglie. Fino al 1967 lavorò a tempo pieno come ingegnere aeronautico, ma dopo le prime mostre decise di dedicarsi a tempo pieno al racconto della realtà attraverso i suoi scatti.
    I suoi negativi raffiguranti l'ingresso dei militari del Patto di Varsavia nella città di Praga finirono nella mani dell'Agenzia Magnum Photos - che oggi co-promuove la sua mostra al Forte di Bard - per poi diventare icone internazionali di quella drammatica repressione. Dopo questo successo, nel 1970 trovò asilo politico in Inghilterra e iniziò a lavorare per Magnum, ottenendo premi e riconoscimenti in mezza Europa. Ancor prima della notorietà approdò a uno studio personale e dettagliato sui gitani dell'Est del continente, fase che influenzerà il suo lavoro successivo.
    La sua opera ha una doppia lettura: per alcuni è la rappresentazione della desolazione e della malinconia, per altri la raffigurazione della speranza. Stato d'animo, quest'ultimo, ben decifrabile nella mostra "Vestiges 1991-2014". L'ambizioso progetto di Koudelka è infatti la trasformazione delle macerie in speranza. Come gli artistici romantici del XIX secolo, coltiva una predilezione per le rovine, e con questo viaggio attraverso venti Paesi intende restituire l'autentica bellezza ai soggetti delle sue fotografie. Il suo incessante lavoro vuole quindi mettere l'arte al servizio di un mondo che sente sfuggire e che si potrebbe perdere.
    Dalla Siria all'Algeria, dalla Turchia all'Italia, dalla Grecia al Libano, la mostra immerge il visitatore in oltre 60 fotografie, di cui 22 panoramiche di grandi dimensioni.
    Un'esplorazione suggestiva, frutto di un progetto ultra ventennale raccontato dalla proiezione di 350 scatti dei diversi set.
   

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