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Terrorismo: minacce ad ambasciate, studente turco espulso da Normale

In una mail al quotidiano Il Tirreno: 'soluzione è paganesimo'

 Sul comodino complicati testi di fisica quantistica per i corsi alla Normale, dove nella sessione del luglio scorso era stato ammesso per un dottorato di fisica. Con il telefonino e il tablet, invece, avrebbe inviato minacce via mail ai governi occidentali, compresi quelli italiano e americano, affermando, secondo la Digos che lo ha scoperto, di saper confezionare ordigni e di essere pronto a farsi saltare davanti alle ambasciate. Per questo uno studente turco di 25 anni, Furkan Semih Dundar è stato espulso dall'Italia, e indagato per procurato allarme. Dundar era apparentemente uno studente modello, ma con presunte simpatie islamiste, anche se gli inquirenti non lo ritengono un vero e proprio jihadista. Le sue minacce non sono state sottovalutate, ma neppure prese troppo sul serio. Anche se gli sono costate un'espulsione immediata. "Noi lo abbiamo selezionato per il suo talento - spiega il direttore della Normale Fabio Beltram - non possiamo certo vigilare sull'attività online dei nostri allievi e sulle loro opinioni personali".

In serata sul Tirreno online è stata pubblicata la traduzione dall'inglese di una mail che il quotidiano spiega di aver ricevuto dallo studente turco dopo averlo contattato via web: "La soluzione nella quale le persone (sia gli Orientali che gli Occidentali), troveranno la pace - queste le parole riportate dal quotidiano online -, almeno nella mia mente agitata, è il paganesimo. E' la religione che si adatta a tutti gli stili di vita". E ancora: "Nonostante io sia abbastanza deluso dagli Italiani (e per favore non pensate che io non sia deluso anche dai turchi) per la mia espulsione, io sono grato per i buoni vini, il liquore al mirtillo e il limoncello". La vicenda risale al dicembre scorso: all'inizio del mese il turco invia una serie di mail minatorie ai siti governativi e il servizio di intelligence lo individua e inoltra una segnalazione alla questura di Pisa che nella serata del 22 dicembre si presenta al suo domicilio, in via Volturno, a Pisa, non lontano dal centro storico, dove sequestra il telefonino e il tablet utilizzati per inviare i messaggi.

La procura di Pisa lo iscrive nel registro degli indagati per procurato allarme e concede il nulla osta per l'espulsione perché comunque lo ritiene "un soggetto pericoloso". Il blitz della polizia avviene però nella massima serenità: al coinquilino che assiste alla scena del compagno accerchiato dagli agenti vengono rivolte rassicurazioni, ma nessuna spiegazione sui motivi di quella visita. "Sono arrivati verso le 23 - ricorda lo studente italiano che occupa l'altra stanza - e dopo avere perquisito la sua camera se ne sono andati. Furkan è rimasto a casa, sereno. Mi ha solo detto: 'don't worry', non preoccuparti, in inglese". Un'ora dopo la polizia è tornata: "Questa volta - dice lo studente - hanno sequestrato tablet e telefonino e gli agenti lo hanno invitato ad andare con loro in in questura. Il 24 mattina l'ultima visita: Furkan, in compagnia dei poliziotti, ha preso alcuni effetti personali poi sono andati via e da allora non l'ho più visto". Da quasi un mese Dundar è stato rimpatriato e trasferito ad Ankara, dove vive. In Italia di lui restano i testi di fisica, i documenti della banca dove aveva aperto un conto corrente per pagarsi le spese universitarie e una denuncia per procurato allarme. "Viveva e vestiva all'occidentale, come un hipster, gli appassionati Usa di bebop. Non sembrava certo un jihadista", racconta il suo coinquilino.

 

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