Il fatto è che qualcosa non torna. La procura di Grosseto sta cercando di ricostruire cosa sia accaduto ieri agli scogli delle Formiche, dove sono morti tre sub. Ma gli inquirenti non hanno ancora capito se l'ipotesi da seguire sia quella del malore 'a catena' per soccorrere un amico o quella del malfunzionamento dell'attrezzatura. "Non si comprende bene cosa possa essere accaduto - spiegava oggi il procuratore Francesco Verusio - Non trascuriamo alcuna ipotesi". Ci sono dei dati che non collimano.
Una prima ipotesi è che i due sub più giovani, Gianluca Trevani, 35, e Enrico Cioli, 37, entrambi di Bastia Umbra, siano morti per una risalita troppo veloce, per soccorrere l'altra vittima, il medico perugino Fabio Giaimo, 57 anni, che aveva richiamato l'attenzione battendosi una mano sul petto, come a dire: "Sono in difficoltà". Dalle testimonianze, però, pare che Giaimo sia risalito aiutato da un altro sub, e che Treviani e Cioli fossero da un'altra parte. Non solo: i tre sub vengono descritti come esperti. Difficile pensare che, pur nella concitazione, abbiano compiuto manovre che sapevano poter essere letali.
La seconda ipotesi è che qualcosa nella strumentazione non abbia funzionato: ogni sub aveva la propria attrezzatura, mentre le bombole erano state noleggiate dal diving di Talamone. La procura ha sequestrato sia le bombole sia il macchinario con cui sono state ricaricate. I sub, però, erano 11 e nessuno degli altri ha accusato malori. "Per avere un quadro più chiaro della situazione ci vorrà ancora qualche giorno", ha spiegato il procuratore, ricordando di aver disposto le autopsie - in programma mercoledì - e accertamenti tecnici sull'attrezzatura. Chi invece pare avere una spiegazione è Marco Barbacci, istruttore e presidente del club Thalassa, che aveva organizzato l'uscita. Ieri, per sbaglio, sembrava che pure lui avesse accusato un malore in acqua. Invece no. Si è sentito male, ma per lo sforzo, dopo aver cercato di rianimare Giaimo. Barbacci ha un'idea "precisa" di cosa sia successo. Però, ha spiegato "c'è un'indagine e quindi preferisco non rivelarla". Il suo racconto, comunque, la suggerisce: "Giaimo ha segnalato di avere un problema fisico - ha ricostruito - e il suo gruppo ha così cominciato una risalita di emergenza, più veloce del normale, ma sempre in assoluta sicurezza".
Al Thalassa tutti ricordano che i sub morti erano "allenati oltreché esperti. Quella di ieri doveva essere solo un'uscita ricreativa". Intanto, oggi, un altro sub è deceduto durante un'immersione. Un cinquantanovenne, Giancarlo Parlati, è morto accusando un malore nelle acque di Marina di Camerota (Salerno), nel Cilento. Sempre per un malore, un sub è stato soccorso al largo di Punta Carena, a Capri. Le sue condizioni sono gravi.