(ANSA) - PALERMO, 09 APR - Sarà esteso anche alle Rsa
siciliane il vademecum comportamentale contemplato per le case
di riposo. Si tratta di nuove azioni di contrasto e prevenzione
messe in atto dalla Regione Siciliana per contenere
ulteriormente ogni forma di possibile contagio dal Coronavirus
nelle strutture che ospitano anziani e persone fragili. Previsti
controlli e screening periodici su pazienti (o ospiti) e
personale attraverso il tampone o test sierologici. In
particolare, per evitare che il Covid 19 venga trasmesso da una
struttura all'altra, sarà necessario, preliminarmente, procedere
con la identificazione di tutte le strutture di provenienza
degli operatori, inclusi quelli del settore alberghiero
(ristorazione e biancheria).
Come per le case di riposo, anche nelle Rsa, è previsto il
tampone nasofaringeo periodico e, in caso di insorgenza di
sintomi, l'introduzione di un isolamento preventivo per i casi
sospetti in attesa di esito del test. Per i nuovi pazienti che
fanno ingresso nelle Rsa (così come per le case di riposo) si
dovrà richiedere alle strutture di provenienza di effettuare
tampone nasofaringeo, se non sarà possibile ottenere il referto,
il paziente (o ospite) verrà sottoposto a tampone all'ingresso e
trattato come caso sospetto, isolandolo. Il vademucum prevede
anche il controllo quotidiano con tracciabilità in cartella di
temperatura corporea e presenza/assenza di possibili sintomi
Covid-correlati. Tutte le informazioni saranno trasmesse all'Asp
di riferimento. Inoltre anche le Rsa dovranno individuare un
responsabile del biocontenimento che avrà il compito di
sovrintendere a tutte le azioni di prevenzione, mentre i
dipendenti saranno chiamati ad una formazione sul corretto uso e
smaltimento dei dispositivi di protezione individuale.
Come per le case di riposo, anche per le Rsa vale la misura
che contempla il divieto assoluto di visite dall'esterno di
parenti e conoscenti e la somministrazione dei pasti in ambienti
comuni. La misura, varata dall'assessore regionale alla Salute
Ruggero razza, che trae spunto da un'articolata relazione
redatta da Giuseppe Nunnari ed Emmanuele Venanzi Rullo
(Università degli Studi di Messina) e da Bruno Cacopardo e
Manuela Ceccarelli (Università degli Studi di Catania),
incoraggia le case di cura ad adoperare le tecnologie digitali,
come le videochiamate mediante smartphone e tablet, per
assicurare il contatto tra gli ospiti e i loro familiari.(ANSA).