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Ustionata da ex, schiaffi tra la vittima e sua madre

In ospedale, la madre non accetta la difesa di Alessio Mantineo

Ylenia Grazia Bonavera, la giovane di 22 anni ricoverata in ospedale dopo che l'ex ragazzo avrebbe cercato di darle fuoco e la madre della ragazza si sono schiaffeggiate a vicenda in ospedale a Messina. Le due donne sono state divise dai poliziotti. Sembra che la lite sia nata perché la ragazza continua a difendere l'ex Alessio Mantineo e la madre non accetta questo comportamento.

"Non è stato lui". Ylenia Grazia Bonavera, la ragazza 22enne ricoverata al Policlinico di Messina con ustioni di primo e secondo grado sul 13% del corpo, torna a difendere l'ex ragazzo in un'intervista a Pomeriggio 5 su Canale 5. "Quella sera l'ho incontrato in discoteca e mi ha dato anche dei soldi per divertirmi, ci siamo scambiati baci, abbracci", ha raccontato Ylenia in diretta. Poi, bloccando il tentativo della madre di interrompere il collegamento, ha affermato: "Continuo a parlare e lei ( riferendosi alla madre) - odia Alessio (l'ex fidanzato ndr). Vorrebbe avvocati, comandanti e professionisti per me. Non ci sono prove, dovete credere a me, lui mi amava da morire" ha ribadito. Sul video girato dalle telecamere che avrebbero ripreso il ragazzo che riempiva una tanica di benzina, ha commentato: "Non può essere stata presa per altro? Per riempire il motorino? La verità uscirà". Infine ha confermato che tra i due in passato c'erano stati scontri anche fisici: "Magari uno schiaffo, ma non più di tanto - ha detto - però, anch'io sono molto aggressiva e mia madre questo non lo dice".

Sul fronte giudiziario, il Gip non si addentra in quello che definisce "il goffo tentativo di scagionare il proprio (ex) fidanzato" fatto dalla vittima. Potrebbe essere stato, scrive il giudice, "in ragione di un forte legame sentimentale" o per "il timore in lei suscitato" dall'indagato, o, anche, "per un substrato culturale che induce a ritenere privo di adeguata considerazione colui che denuncia". In questo senso potrebbe essere letta la frase che la vittima rivolge alla vicina di casa che, riferendo all'operatore del 118 che lei aveva accusato il fidanzato dell'aggressione, la apostrofa con la frase "io non sono una sbirra".
   

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