(di Mimmo Trovato)
(ANSA) - SAN GIOVANNI LA PUNTA (CATANIA), 22 AGO - Una
tragedia non annunciata. Ma di famiglia si può anche morire.
Come è accaduto a San Giovanni la Punta, nel Catanese, dove
Roberto Russo, 47 anni, utilizzando due coltelli ha colpito nel
sonno le figlie di 12 e 14 anni, che dormivano nel letto
matrimoniale con lui, tentando poi il suicidio. La più piccola
delle due sorelline, centrata da più fendenti al torace e
all'addome, è morta; l'altra è ricoverata in gravi condizioni in
ospedale.
L'uomo, disoccupato, che avrebbe attraversato una fase
depressiva anche per una crisi con la moglie che da giorni non
dormiva a casa, ha tentato il suicidio infliggendosi una
coltellata all'addome. A bloccarlo è stato uno dei due figli
maschi, un 22enne, che assieme al fratello di 17 anni lo ha
disarmato, ferendosi leggermente a una mano. Sono stati loro
assieme a uno zio, un fratello di Russo che abita nello stesso
palazzo, a chiamare i soccorsi: sul posto sono arrivati i
carabinieri della compagnia di Gravina e del comando provinciale
di Catania e diverse ambulanze che hanno condotto i feriti in
due ospedali. La 14/enne nel reparto di terapia intensiva
dell'ospedale Garibaldi per una ferita profonda al torace, che
le ha perforato l'arteria mammaria, facendole perdere molto
sangue, poco meno di tre litri. I chirurghi hanno ridotto
l'emorragia e l'intervento chirurgico è tecnicamente riuscito.
Adesso occorrerà attendere le prossime 24-48 ore per vedere se
si stabilizzeranno i valori vitali della piccola paziente.
Inutili, invece, si sono rivelati i soccorsi prestati alla
12/enne, che è morta subito dopo il ricovero nell'ospedale
Cannizzaro. Lo stesso nosocomio dove è ricoverato nel reparto di
Chirurgia generale il padre-omicida che è stato sottoposto a un
intervento di riduzione della ferita, non grave, che si è
auto-inflitta. Su disposizione del sostituto procuratore Agata
Santonocito i carabinieri hanno arrestato Russo, che adesso è
piantonato dai militari dell'Arma, contestandogli il reato di
omicidio e tentativo di omicidio.
L'uomo non è stato ancora interrogato, ma gli investigatori
hanno chiarito la dinamica della vicenda. Una chiave di lettura
importante è arrivata da un biglietto che l'omicida ha lasciato.
Il testo della missiva è 'blindato' da magistratura e
carabinieri che lo hanno acquisito. Secondo quanto si è appreso,
Russo chiederebbe scusa alla famiglia spiegando il gesto con la
fragilità psicologica che stava vivendo e annunciando la sua
intenzione di suicidarsi con un 'ci vediamo nell'al di là'. Non
ci sono richiami a episodi analoghi, escluso quindi che sia
stato un'emulazione. Un caso quest'ultimo che i carabinieri del
comando provinciale di Catania vogliono evitare. Per questo,
attraverso il colonnello Alessandro Casarsa, si trincerano
dietro un no comment: "non rilasciamo alcuna dichiarazione -
spiega l'ufficiale - per rispetto del dolore della famiglia e
anche per evitare il rischio di possibili casi di emulazione".
L'uomo da due anni aveva perso il posto di lavoro, di
dipendente di una società che lavorava nel settore della grande
distribuzione. Di recente avrebbe avuto dei contrasti con la
moglie, una 43enne, che aveva lasciato casa, trasferendosi dai
genitori, nel vicino paese di Trecastagni. "Niente di serio",
ricostruisce un parente, sostenendo che "tutto era in fase di
ricomposizione" e che lui e la moglie ieri sera si sarebbero
visti. La famiglia sconvolta si è chiusa in uno stretto
silenzio, attorno alla piccola che sperano si possa salvare.
Sentiti dai carabinieri la moglie e i figli si sono detti
"sorpresi, lui fino a ieri sera era tranquillo...". (ANSA).