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Operaio col megafono saluta sindacato

Dopo via libera ripartenza Eurallumina, Pirotto lascia la Rsu

di Fabrizio Fois

In tutta Italia avevano imparato a conoscere l'uomo con il caschetto bianco, la tuta verde dell'Eurallumina e il megafono in mano che strillava nelle piazze. Il leader carismatico della lotta per il lavoro nella raffineria chimica di bauxite che fino al 2009 produceva allumina nel Sulcis, primo anello della filiera dell'alluminio, Antonello Pirotto, lascia la lotta attiva e si dimette dalla Rsu. Lo ha fatto oggi nell'assemblea generale nello stabilimento che ora, dopo il via libera dalla Regione Sardegna alla valutazione di impatto ambientale, potrà ritornare a produrre grazie all'investimento di 230 milioni della Rusal (proprietaria della fabbrica). Sposato, con due figli, operaio autista di mezzi pesanti, 57 anni, Pirotto è in Eurallumina dal 1995, ma ha un passato nella Sardal e in precedenza nelle imprese d'appalto che realizzarono la Portovesme srl, sempre nel Sulcis. Nel 2013 fu anche candidato come capolista per la Sardegna alla Camera con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia, ma non venne eletto.

Nella rappresentanza sindacale unitaria è entrato nel 2012, dopo tre anni dall'inizio della vertenza. "Ci sono stati diversi momenti brutti: il primo il 12 marzo 2009 quando si spensero definitivamente gli impianti e noi dovemmo abbandonare gli stipetti svuotandoli dei nostri effetti personali - racconta all'ANSA - poi le occupazioni, le mille manifestazioni, ma la grande e cocente delusione fu quella del 22 febbraio 2019, quando la Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru decise di non chiudere la pratica con la valutazione di impatto ambientale che poi abbiamo inseguito e ottenuto il 5 dicembre scorso. Questa, invece - ammette Pirotto - è stata la giornata più felice: con la certezza che progetto era valido e che dal punto di vista ambientale e sanitario e che c'erano le garanzie per tutti". Nella sua lunga esperienza di lotta per il lavoro all'Eurallumina, Pirotto ha visto avvicendarsi cinque governi, otto ministri al Mise, quattro giunte regionali con sette assessori all'Industria: "abbiamo visto che le persone contano più delle politica. Quando ci sono stati personaggi che hanno voluto dare un impulso alla stagnazione le situazioni hanno avuto un'evoluzione, quando abbiamo incontrato elementi di apparato, tutte le istanze sono state tenute in stand by".

Secondo Pirotto "un'economia integrata non può prescindere dall'industria, perché il ritorno economico e occupazionale e sociale di questo settore non lo dà nessun'altra attività". E' per questo motivo che è convinto che anche i giovani del Sulcis "possono ancora avere ancora un futuro nel settore". Guardando indietro a Pirotto rimane "l'orgoglio di avere mantenuto viva la dignità attraverso la lotta mia e dei miei compagni, con l'auspicio che la mia figura rappresenti un passato che non deve più tornare". Da domani rientrerà nei ranghi tra i colleghi operai, ma resterà sempre un quadro dirigente del sindacato, "ma se dovesse essere necessario - ammonisce - nell'ingresso di casa mia ho uno zaino in cui ci sono il megafono e il casco. Sono sempre pronti per riprendere la lotta. E la mia famiglia, che mi ha sostenuto tanto in questi anni, lo sa".

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