No, il Cagliari non è guarito. E la partita con il Benevento è rimasta solo un'isoletta di momentaneo salvataggio in mezzo a sei sconfitte. Con i ko che salgono a quota otto su undici gare.
Di buono c'è che la squadra di Diego Lopez corre e sembra avere molta voglia di fare: la rete del momentaneo vantaggio di Barella (secondo gol in A e prestazione sempre più "azzurra") sta lì a dimostrare che quando il Cagliari osa, qualcosa ci scappa.

L'indicazione l'aveva data anche il presidente Tommaso Giulini prima dell'inizio della gara: squadre come il Cagliari devono correre - aveva detto ai microfoni di Sky - più delle altre. Compito eseguito, ma a un certo punto le gambe si sono quasi fermate: il guaio ora sta diventando la gestione del risultato.

I problemi arrivano quando c'è da tirare un po' il fiato dopo i primi tempi tutto cuore. E lì, come era successo con il Benevento, sono dolori perché quando il Cagliari molla poco poco gli avversari arrivano da tutte le parti. E inevitabilmente fanno male. Proprio come mercoledì, proprio come ieri. Un calo fisico, evidente nella ripresa. che si unisce alla paura di non farcela.

Risultato: classifica complicata. Soprattutto dalle vittorie di Crotone (il Cagliari dovrebbe imparare che i tre punti di possono prendere anche con le squadre di fascia superiore) e Spal. Ora si attende il Verona. In tutti i sensi. Stasera per l'esito del posticipo e domenica per la sfida alla Sardegna Arena.

E sarà una gara ancora una volta fondamentale per i rossoblù. Primo, quasi scontato dirlo, perché la squadra di Lopez ha bisogno di una nuova boccata d'ossigeno in classifica. Secondo, per capire quale può essere la vera dimensione del Cagliari in questo campionato. Insomma una partita che potrebbe dare qualche anticipazione sul destino dei prossimi mesi: squadra destinata a salvarsi bene e in anticipo come l'anno scorso o costretta a lottare sino alla fine per evitare le ultime tre posizioni?