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Immigrazione, blitz Polizia a Cagliari

Sette persone arrestate

Salgono a otto gli arresti della polizia nell'ambito dell'operazione "Doppio cielo", con la quale ieri è stata smantellata una cellula algerina che operava in Sardegna, specializzata nel traffico di esseri umani. E' stato infatti rintracciato ad Ancona Adil Baye, il cittadino marocchino di 29 anni domiciliato a Villasor, sfuggito alla cattura prima del blitz. Inizialmente aveva trovato rifugio a Pesaro, poi si è spostato ad Ancona dove i poliziotti lo bloccato. Ora si trova in carcere nel capoluogo marchigiano.

Ieri gli agenti della squadra mobile di Cagliari, con la collaborazione dei colleghi di Roma, Sassari e del Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza, avevano arrestato sette persone, sei extracomunitari e una sarda. Il gruppo criminale forniva agli algerini che sbarcano nelle coste del Sud Sardegna documenti falsi e supporto logistico. A volte i migranti venivano accompagnati dagli stessi trafficanti in Corsica e a Marsiglia, e qui ricongiunti con parenti e amici.

Adil Baye è stato intercettato e fermato in piazza della Repubblica da personale della Sezione criminalità straniera della Squadra Mobile di Ancona, che aveva avuto le sue foto e che ha battuto le zone dove era probabile individuare uno straniero appena giunto in città: il porto, la stazione ed il Piano San Lazzaro. Non è chiaro il marocchino volesse imbarcarsi per sfuggire alla cattura; al momento del fermo non ha fatto dichiarazioni e non è stato trovato in possesso di biglietti navali o aerei. Ora si trova rinchiuso nel carcere di Montacuto.

VIAGGI DELLA SPERANZA 'ALL INCLUSIVE' - Avevano predisposto un pacchetto viaggio "all inclusive": dai documenti falsi, al supporto logistico in Sardegna fino al trasferimento in Francia o in altre regioni d'Italia. Era quanto offriva la cellula algerina specializzata nel traffico di esseri umani smantellata dalla polizia a Cagliari con l'operazione "Doppio cielo", dal titolo di un libro dell'antropologo e scrittore di Guasila, Giulio Angioni, scomparso il 12 gennaio scorso.

Sette le persone finite in manette per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ricettazione, falso e truffa. Al vertice del gruppo, secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, c'era Nabil Sadki, 30 anni, algerino, residente ad Assemini, da oltre dieci anni in Italia. Con lui in cella sono finiti la moglie Simona Durzu, 35 anni, e il fratello, Ramzi Sadki, di 24, residente a Roma.

L'algerino, stando alle indagini, veniva contattato da Annaba dagli stranieri che erano in procinto di imbarcarsi per raggiungere le coste del Sud Sardegna. Una volta approdati, forniva ai migranti documenti falsi che permettevano loro di rimanere sul territorio oltre due mesi, certificati identici a quelli che vengono normalmente rilasciati ai richiedenti asilo, ma che non spettano agli algerini e che Nabil stampava a casa.

In cambio del documento venivano spediti, tramite il circuito Western Union, dai 100 ai 400 euro a nome della moglie di Nadil. I pagamenti non sarebbero partiti solo dall'Algeria ma anche da altre città italiane, dalla Francia, dalla Svizzera e dall'Olanda, nazioni dove forse si trovavano amici o parenti degli algerini che si apprestavano a raggiungere l'Italia. U

n altro componente del gruppo arrestato oggi, l'algerino 24enne Najm Eddine Boumelit, conosciuto come Mommo, si sarebbe occupato di accompagnare i migranti in Corsica e poi a Marsiglia, verificando anche che agli imbarchi o durante il tragitto non ci fossero controlli. A Roma invece Ramzi Sadki, fratello di Nabil, avrebbe tenuto i contatti con l'Algeria e organizzato i viaggi fino alla Capitale.

Le indagini della squadra mobile di Cagliari sono partite a dicembre dello scorso anno - anche se la cellula era attiva già dal 2015, visto che sono stati trovati documenti su bonifici fatti due anni fa - quando proprio Nabil fu denunciato per ricettazione, mentre tre connazionali che si trovavano in auto con lui furono arrestati per furto in un negozio del centro di Cagliari. La presenza di Nabil fu considerata sospetta e scattarono gli accertamenti e le intercettazioni telefoniche.

Un lavoro culminato con il blitz. Nabil era pronto a lasciare il territorio italiano: molti connazionali a cui aveva venduto i documenti falsi erano stati arrestati per furti e rapine, rati commessi per recuperare il denaro che serviva proprio per pagare il "lasciapassare", per questo l'algerino aveva paura di essere catturato. Un presagio diventato realtà questa mattina all'alba, quando la polizia lo ha arrestato insieme alla moglie e agli altri cinque complici.

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