(ANSA) - NUORO, 11 DIC - In migliaia stamattina a Lanusei per protestare contro la legge nazionale di revisione della geografia giudiziaria, che prevede la soppressione del tribunale di Lanusei, destinato ad essere accorpato a Nuoro o a Cagliari. Ma anche contro la chiusura o il ridimensionamento degli altri presidi dello Stato nei territori più disagiati, a cominciare dalla sanità. Per questo la manifestazione è partita dall'ospedale Santa Maria Mercede, per poi snodarsi nella via Roma sino al tribunale. Ventitre sindaci presenti di altrettanti paesi ogliastrini con la fascia tricolore. Al passaggio del corteo, aperto dagli studenti di ogni ordine e grado, tutti i commercianti hanno osservato la serrata della propria attività. La manifestazione si è conclusa con l'intervento di tre rappresentanti della politica e della società civile di Lanusei, il sindaco di Lanusei Davide Ferreli, di Filippo Melis studente del liceo scientifico del paese ogliastrino e di Gianni Carrus presidente dell'Ordine degli avvocati di Lanusei e dell'Unione delle Curie dell'avvocatura sarda. "C'è tutta l'Ogliastra oggi a manifestare il dissenso contro la politica dei tagli e dei numeri del Governo - ha spiegato Ferreli -. Chiediamo pari dignità territoriale rispetto agli altri territori, che si deve estrinsecare con i presidi essenziali legati alla legalità, istruzione e sanità. La riforma giudiziaria mette a rischio alcuni tribunali minori dell'Isola come Lanusei. Il territorio unito e con forza oggi dice basta: vogliamo restare a casa nostra non emigrare. E' ora di finirla con le riorganizzazioni che ci penalizzano. Chiediamo anche che la Regione eserciti l'autonomia statutaria senza farsi mettere i piedi addosso". Alla manifestazione oltre ai sindaci, hanno partecipato anche consiglieri regionali, sindacati, istituzioni ecclesiastiche, liberi professionisti, avvocati studenti. "Vogliamo vivere in Ogliastra - ha sottolineato lo studente Filippo Melis -, ma tutto invece va contro la nostra libertà di scelta: i lavoratori perdono il posto di lavoro e se si tagliano i servizi nessuno sarà più incentivato a investire da noi. Come giovani cercheremo di impedirlo vogliamo lottare per il nostro futuro".