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Da vinacce del Cannonau farmaci e alimenti per la salute

Scoperti due prodotti da ricercatori Universitá di Cagliari

(ANSA)-CAGLIARI,18 SET- Dalle vinacce dell'uva Cannonau un prodotto nutraceutico (nutritivo e farmaceutico) che fa bene all'organismo, destinato ad essere usato sulla pelle. Due traguardi raggiunti grazie al lavoro dei ricercatori dell'Università di Cagliari. Il risultato, che apre nuove prospettive scientifiche e di mercato, è stato illustrato da Maria Manconi, docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell'ateneo cagliaritano, durante il workshop in corso al Parco Tecnologico di Sardegna Ricerche, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità. La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, che cioè impedisce la creazione dei cosiddetti radicali liberi, che creano gravi danni cellulari e favoriscono l'insorgenza di gravi patologie. Tra l'altro, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell'uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato. Gli studiosi dei diversi gruppi di ricerca dell'Università di Cagliari hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l'organismo, che di norma riesce ad assorbirne solo in piccola quantità. La biocompatibilità e l'attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali. "L'importante risultato è stato possibile - ha sottolineato la professoressa Manconi - grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere il nostro organismo".

RISCHIO ESTINZIONE PER 60 SPECIE VEGETALI - Dal cardo del Gennargentu al ribes sardo: almeno 60 specie vegetali della flora dell'isola sono a rischio estinzione. L'allarme parte dall'Universitá di Cagliari: a lanciarlo è stato Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell'ateneo, intervenendo al workshop organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche, a Pula. "Bisogna agire in fretta per conservarle - ha spiegato - e questo è il compito che gli studiosi dell'Università di Cagliari portano avanti da anni". Operazione salvaguardia. "Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie - ha ricordato il docente - ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma molto resta da fare". I monitoraggi e gli studi genetici compiuti dai team di ricercatori dell'ateneo cagliaritano, in collaborazione con l'assessorato regionale all'Ambiente e l'Ente Foreste, proseguono da anni e affrontano complessità sempre crescenti. Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente diretto da Anna Maria Fadda, ha spiegato che "gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmeceutici e altri dispositivi medicali per curare gli eventi derivanti da stress ossidativo, come le neoplasie".

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