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>>>ANSA/ Calcio:blitz ultrà,Cagliari sotto choc ma vuole reagire

Zeman, confronto? Abbiamo solo subito. Polizia, pene esemplari

(di Stefano Ambu) (ANSA) - CAGLIARI, 18 APR - Una durissima contestazione alla squadra proprio nella sede del ritiro. Un'improvvisa protesta degli ultrà del Cagliari, scritta e orale: con la bomboletta spray è stato imbrattato il cancello di ingresso del centro sportivo di Assemini. "Sputate sangue per la maglia, mercenari", questo il testo, inequivocabile. Poi, parole forti, urlate a gran voce. Il capitano Daniele Conti - secondo quanto ha raccontato il vicepresidente della società Stefano Filucchi - questa mattina ha riassunto in poche parole allo stesso numero due rossoblù e al presidente Tommaso Giulini quello che è successo: confronto verbale dai toni molto accesi. La Digos sta cercando di capire se la cosa si sia fermata lì. E ha già chiesto ai protagonisti, gli stessi giocatori, di raccontare tutto per filo e per segno.
    La società esclude che ci siano stati schiaffi e minacce. Ma non minimizza. "Siamo sorpresi, amareggiati - ha detto in conferenza stampa Filucchi - Anche perché non abbiamo mai negato un confronto a nessuno. La squadra però si è comportata molto bene: ha accettato l'incontro senza problemi". E ha aggiunto: "Un fatto non ordinario in un ritiro, ma non è successo niente di irreparabile. E abbiamo un gruppo che sarà in grado anche di non far sentire ripercussioni nella testa di quei giocatori che sono rimasti turbati".
    Lo stato emotivo della squadra lo aveva raccontato poco prima il mister Zdenek Zeman: "Non è stato un confronto. Per il confronto bisogna essere in due. E noi abbiamo solo subito. Per la pace, ma abbiamo subito". E i giocatori? "Li ho visti male.
    Ci sono rimasti male. Per qualcuno era la prima volta, logico che qualche giocatore sia rimasto choccato". Una condanna in generale a situazioni di questo tipo. "Sono brutte cose - ha aggiunto l'allenatore boemo - che ancora non si riescono a eliminare. Parlo anche di situazioni che si verificano non solo a Cagliari, ma anche in altre piazze".
    La ricostruzione dei fatti sembra sempre più chiara con il trascorrere delle ore. Verso le 19 una trentina di ultrà si è presentata alle porte del centro sportivo di Assemini. Il cancello era aperto perché a quell'ora il personale - non la squadra in ritiro - stava andando via. Obiettivo della tifoseria: incontrare i giocatori. Non certo per fare i complimenti alla squadra, questo si è capito subito. Quando i rossoblù si sono presentati all'ingresso accompagnati dallo staff, gli ultrà hanno chiesto di parlare solo con loro. E lì i toni si sono accesi. Tutto si è svolto in pochi minuti. Un mare di accuse. E un invito a fare meglio. Non in maniera molto pacata. Presi di mira soprattutto alcuni giocatori, mentre altri hanno cercato di mediare per non far precipitare la situazione.
    Nessuna invasione alla club house: squadra da una parte e tifosi dall'altra sono rimasti lì sulla "linea di porta" del cancello. Poi ognuno per i fatti suoi: giocatori a cena e poi a nanna. E i tifosi a casa. Quando i carabinieri sono arrivati ad Assemini, allarmati dal tam tam mediatico, era già tutto terminato. Questa mattina l'incontro tra vertici della società e giocatori. Le indagini sono condotte dalla Digos: sentiti questa mattina i calciatori rossoblù. Il vice capo della Polizia, Alessandro Maragoni, oggi in Gallura, è stato chiaro: "I responsabili saranno perseguiti con la massima severità. Nessuno può permettersi di trasformare lo sport in una cosa triste e violenta".
    Domani c'è il Napoli. Una partita già di per sé speciale, soprattutto per le forze dell'ordine, per il cattivo rapporto tra le tifoserie e il particolare accanimento della curva rossoblù contro i partenopei. Un clima legato alle vecchie vicende di uno spareggio salvezza al San Paolo. Questo lo scenario della vigilia. Anche per i fatti di ieri, non sarà, purtroppo, quella di domani, una partita come tutte le altre. (ANSA).
   

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