(ANSA) - ROMA, 22 NOV - Termina con due mesi di anticipo in
gran parte d'Italia la campagna olivicola che passerà alla
storia come una delle peggiori di sempre. A dirlo è Italia
Olivicola che, facendo un primo bilancio in Puglia, Calabria e
Sicilia, registra picchi di perdite produttive del 90%. Questo,
con frantoi e oleifici cooperativi chiusi perché mancano le
olive e oltre un milione di giornate lavorative andate in fumo.
Colpa soprattutto delle gelate di fine febbraio e del maltempo
che ha investito l'Italia in queste settimane, segnala Italia
Olivicola, con la Puglia la regione che più ha sofferto.
Nelle province di Bari e Bat, la riduzione sfiora il 90%
rispetto allo scorso anno. A Corato, Andria, Ruvo di Puglia,
Bitonto molte attività hanno già chiuso i battenti, mentre
alcune non hanno nemmeno iniziato a lavorare. L'olivicoltura è
rasa al suolo, invece, in Salento, dove la Xylella continua a
fare strage di ulivi. Lo scenario non migliora in Calabria e
Sicilia che registrano pesantissime perdite di frutto e prodotto
appesantite dalle recenti abbondanti piogge. Le uniche regioni
che hanno avuto un aumento di produzione, segnala
l'Organizzazione, sono Abruzzo e Toscana. Ad accompagnare questa
debacle è la perdita delle giornate di lavoro solo per la
manodopera a tempo determinato assunta dalle imprese olivicole
durante la fase della raccolta. È tutto fermo da settimane, fa
sapere il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, non
c'è lavoro perché manca la materia prima di base. Le tre regioni
maggiormente colpite dalla crisi produttiva assorbono il 47%
della manodopera a tempo determinato dell'intera agricoltura
nazionale, essendo aree agricole ad alta vocazione
ortofrutticola ed olivicola, settori questi caratterizzati da
una elevata concentrazione temporale dei fabbisogni di lavoro.